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Primarie PD 2023

Il programma di Stefano Bonaccini ed Elly Schlein, i due candidati alle primarie del Pd 2023

Elly Schlein e Stefano Bonaccini sono i due candidati alle primarie del Pd 2023, che si svolgeranno domenica 26 febbraio 2023 con il voto aperto a tutti nei gazebo. Ecco cosa propongono Schlein e Bonaccini per la guida del Partito democratico.
A cura di Luca Pons
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Domenica 26 febbraio 2023, alle primarie del Pd si sfideranno Elly Schlein e Stefano Bonaccini. I due sono rimasti gli unici candidati nella corsa alla segreteria del Partito democratico. Gli altri due candidati, Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, hanno partecipato al voto nei circoli che si è concluso il 19 febbraio 2023, ma sono stati esclusi dal voto nei gazebo del 26 febbraio 2023: sono risultati rispettivamente terzo e quarta per numero di voti ottenuti, mentre solo i primi due – Bonaccini e Schlein, appunto – hanno avuto accesso al voto aperto a tutti. In particolare, Bonaccini ha avuto il 52,87% dei voti degli iscritti, Schlein il 34,88%, Cuperlo il 7,96% e De Micheli il 4,29%.

A lanciare il percorso che ha portato alle primarie, e che si concluderà con il voto del 26 febbraio 2023, è stato il segretario uscente Enrico Letta. La decisione è arrivata subito dopo le scorse elezioni politiche del 25 settembre 2022, quando il Pd ha raccolto un risultato deludente. Letta, quindi, è rimasto il segretario del Partito democratico negli ultimi mesi e lo sarà fino alla nomina della persona che prenderà il suo posto dopo le elezioni di domenica.

Gli ultimi sondaggi suggeriscono che l'affluenza alle primarie del Pd del 2023 sarà tra le 900mila e gli 1,3 milioni di persone. Un dato inferiore a quello del 2018, quando i votanti furono 1,5 milioni. A prendere più preferenze è decisamente Stefano Bonaccini, che prende tra il 63 e il 67% dei voti potenziali, mentre Schlein si ferma tra il 33 e il 37%. Va sottolineato, però, che il 31% degli interpellati si dice indeciso: quasi uno su tre, quindi, potrebbe decidere all'ultimo.

La mozione di Stefano Bonaccini alle primarie del Pd 2023

La mozione di Stefano Bonaccini alle primarie del Pd 2023 è intitolata "Energia popolare". Il documento si apre con una frase di Enrico Berlinguer, segretario del Partito comunista italiano negli anni '70 e '80: "Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno".

Tra le novità che Bonaccini ha inserito come proposte ci sono, ad esempio, una maggiore centralità dei circoli degli iscritti al partito, ma anche la possibilità di organizzare "un referendum vincolante" per gli iscritti quando si dovranno prendere "grandi scelte". In più, il presidente dell'Emilia-Romagna propone di creare una vera e propria "scuola politica per formare la nuova classe dirigente e ascoltare le sue proposte", oltre all'introduzione di un finanziamento pubblico ai partiti che goda di "assoluta limpidezza".

Guardando ai temi esterni al Pd, Bonaccini spiega le sue posizioni su ambiente, lavoro, diritti, Sud e digitale, tra le altre cose. Sulla tassazione, propone di semplificare il fisco con una "unica imposta" che sia "realmente progressiva" e che tocchi "tutti i redditi", ma anche di aumentare la tassazione "sulla rendita e sulla ricchezza". Sul piano dei diritti, c'è la proposta di istituire "matrimoni egualitari" e di "riformare le adozioni superando ogni discriminazione", ma anche l'introduzione dello ius soli o dello ius scholae per avere la cittadinanza italiana.

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Il programma di Elly Schlein alle primarie e le proposte nella mozione

Il programma di Elly Schlein per le primarie del Pd 2023 si chiama "Parte da noi". In apertura non c'è una citazione, ma una sorta di dichiarazione di intenti: "Giustizia sociale e climatica sono inscindibili", recita la prima pagina della mozione. "Perché chi è più colpito dall’emergenza climatica in corso sono le persone più fragili e impoverite dalle crisi, sia a livello globale che nel nostro Paese". Per poi proseguire: "Diritti sociali e diritti civili sono inscindibili, chi ne fa gerarchie di solito vuole negarli entrambi".

Per quanto riguarda l'interno del Pd, Schlein propone che ci sia "incompatibilità tra incarichi di partito e funzioni pubbliche e amministrative". Cioè, chi ricopre un ruolo del Pd – a maggior ragione il segretario o la segretaria – dovrebbe abbandonare gli altri incarichi. L'idea è di "valorizzare l'autonomia del partito", che possa sostenere ma anche "fungere da stimolo" per i suoi rappresentanti che governano.

La mozione si concentra poi su disuguaglianze e discriminazioni, tra le altre cose negli ambiti di sanità pubblica, tasse (affrontando anche "il tema dei grandi patrimoni"), istruzione, diritto alla casa (con il rilancio "dell'edilizia residenziale pubblica" per aumentare "l'offerta di alloggi a canone sociale") e superamento del patriarcato.

In tema di diritti delle donne, Schlein propone di "attuare pienamente la legge 194 e andare anche oltre, garantendo una percentuale di medici non obiettori in tutte le strutture". In un'intervista a Fanpage.it, la deputata ha parlato di alcune di queste proposte, dicendo: "Evidentemente non stiamo rappresentando chi vorremmo rappresentare. Parlo del mondo del lavoro, parlo del mondo del terzo settore, dell'accoglienza, parlo del mondo della scuola. Allora in questi anni qualcosa si è rotto".

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