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L’appello di Luigi Di Maio al Pd: “Sulla prescrizione non fate come Salvini, servono i fatti”

Il ministro Luigi Di Maio ha lanciato un appello all’alleato di governo: “Mi aspetto che la musica sia cambiata. Il Pd ai tempi di Berlusconi al governo, ma anche all’inizio della scorsa legislatura, diceva di interrompere la prescrizione ancor prima della sentenza di primo grado, già al rinvio a giudizio. Possiamo fare questo passo importante insieme”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sul nodo della prescrizione Luigi Di Maio lancia un appello agli alleati di governo: l'ex ministro dell'Interno ed ex alleato al governo del M5s Matteo Salvini "si è messo di traverso", ora "mi aspetto che la musica sia cambiata". Lo ha scritto in un post su Facebook il ministro Di Maio rivolgendosi al Partito Democratico. "Vittime di disastri, vittime di stupri, vittime di malaffare e corruzione hanno diritto ad avere giustizia. Spesso invece i processi contro i loro colpevoli sono durati talmente a lungo da andare in prescrizione e chi doveva pagare non ha mai pagato. Ecco perché il nostro ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, sta lavorando al dimezzamento dei tempi dei processi ed ecco perché nel frattempo abbiamo già approvato una riforma che blocca la prescrizione dopo il primo grado di giudizio", ha detto il capo politico pentastellato.

"A battersi contro questa norma di assoluto buon senso c'è la Lega che, dopo averla approvata, ha cominciato a dire ‘no', ‘aspettate un attimo', ‘vediamo'. Salvini si è messo di traverso e accanto a lui è ovviamente comparso tutto il carrozzone di centrodestra, con in capo Berlusconi che – proprio grazie alla prescrizione – l'ha fatta franca innumerevoli volte. Ora, noi con questa gente e con questo modo di prendere in giro gli italiani per difendere i propri interessi, non vogliamo avere niente a che fare".

"Mi aspetto – ha aggiunto – che la musica sia cambiata. Il Pd ai tempi di Berlusconi al governo, ma anche all'inizio della scorsa legislatura, diceva di interrompere la prescrizione ancor prima della sentenza di primo grado, già al rinvio a giudizio. Possiamo fare questo passo importante insieme. Questo governo può davvero cambiare le cose. Ma le parole non bastano, servono i fatti. Noi ci siamo, come sempre".

Sulla riforma della prescrizione l'Unione delle Camere penali, è sul piede di guerra, e ha organizzato diverse iniziative per sostenere le ragioni della richiesta di stop all'entrata in vigore della norma, prevista per il primo gennaio: una campagna sui social e la ‘maratona oratoria' prevista dal 2 al 7 dicembre in piazza Cavour a Roma, in concomitanza con un nuovo pacchetto di scioperi. Il ministro "ne fa una questione sbagliata. Prevale la ricerca di un titolo di giornale su un'analisi di merito della questione", denuncia il presidente Gian Domenico Caiazza. E "non si sa quanto sia supportato dai 5 Stelle. Alcuni senatori hanno dichiarato la norma incostituzionale e di Maio ha detto che serve una soluzione di intesa". Ma il ministro "per un malinteso senso di coerenza non vuole rimandare l'entrata in vigore delle norme".

Conte: "Gli effetti non si vedranno prima del 2020"

Il presidente del Consiglio Conte ha provato a spegnere le polemiche, sottolineando che gli effetti della riforma non si vedranno prima del 2020: "Chiariamo una cosa: non c'è un allarme sulla norma vigente che fa scattare la prescrizione con la sentenza di primo grado" perché "si applicherà a fatti commessi dopo l'entrata in vigore della riforma. Quindi si applicherà non nel 2020 ma molto dopo". Secondo il premier il "problema è controbilanciare" la riforma della prescrizione "per realizzare una durata ragionevole dei processi", perciò "prima realizziamo la riforma per accelerare i processi meglio è. L'iter normativo è complesso ma il termine non è gennaio perché gli effetti della nuova prescrizione arriveranno dopo 2020". 

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