L’appello delle organizzazioni a Conte: “15% degli investimenti per la ripresa vada nella scuola”

In tutto il mondo sono 1 miliardo e 650 milioni i bambini e i ragazzi che hanno dovuto interrompere le normali attività scolastiche a causa della pandemia di coronavirus. In Italia questi sono 9,8 milioni, pari al 16,8% della popolazione totale. Diverse associazioni si sono ora unite e hanno lanciato un appello al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, chiedendo di affrontare la questione educativa: in particolare, si chiede di intervenire in favore di coloro che non hanno potuto partecipare alle lezioni online e destinare il 15% degli investimenti per il superamento della crisi alla scuola.
"Serve un appello strategico"
In particolare, si tratta di nove reti di organizzazioni in prima linea per i diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. "In questi mesi di lockdown dovuti al diffondersi dell’epidemia, milioni di bambini e adolescenti, con i loro genitori, hanno subito una doppia crisi, economica ed educativa, in un Paese che mostrava già dati allarmanti e gravi disuguaglianze nelle opportunità di crescita, di apprendimento e di sviluppo", scrivono le associazioni. Per sottolineare poi come l'anno scorso c'erano 1 milione e 137 mila minorenni in Italia in condizioni di povertà assoluta: si tratta dell'11,4% del totale dei bambini e adolescenti nel Paese. Non solo: le organizzazioni segnalano anche che il 14,5% dei ragazzi abbandona la scuola e il 12,3% non ha accesso a strumenti informatici come computer o tablet.
Un quadro di questo tipo necessita di un intervento strategico da parte del governo, in modo da riparare ai gravi squilibri sociali e demografici per le nuove generazioni, esposte al rischio di povertà sia in termini economici che educativi. "Serve un forte segno di discontinuità dopo decenni di limitati investimenti su istruzione e politiche per l’infanzia e l’adolescenza, al fine di rilanciare il futuro del Paese, in coerenza con l'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile dell'Onu, sottoscritta da 193 Paesi inclusa l’Italia", scrivono le associazioni.
Le cinque richieste delle organizzazioni
Nel loro appello, chiamato "educAzioni", si avanzano cinque richieste di intervento nel settore della scuola. In primo luogo, si domanda al ministero dell'Istruzione di attivare dei poli educativi per i bambini da zero a sei anni nei territori più svantaggiati del Paese, in modo da garantire l'accesso gratuito alle famiglie più fragili dal punto di vista economico. In secondo luogo, si propongono dei patti educativi territoriali promossi dagli enti territoriali, grazie ai quali tenere aperti gli istituti scolastici tutto il giorno: in particolare, si chiede di coordinare l'offerta educativa curriculare con quella extra-curriculare. La terza proposta ha come scopo il raggiungimento dei luoghi più colpiti dal blackout educativo: per l'estate si parla quindi di un'offerta educativa personalizzata, che tenga particolarmente conto del benessere psicologico, alle necessità degli alunni disabili e a quei ragazzi che hanno lasciato la scuola. Le organizzazioni chiedono inoltre a Conte di destinare il 15% del totale degli investimenti previsti per il superamento della crisi all'educazione: queste risorse dovranno poi aiutare a migliorare la qualità dell'istruzione, rendendola in primis più equa. Infine, si dovrà anche definire un piano strategico nazionale per rilanciare le infrastrutture sociali ed educative in vista del ritorno nelle aule di bambini e ragazzi tra qualche mese.
Le associazioni che hanno firmato il documento inviato al presidente del Consiglio sono: Alleanza per l’Infanzia, Appello della Società Civile per la ricostruzione di un welfare a misura di tutte le persone e dei territori, Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile – ASviS, Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza – CNCA, Forum Disuguaglianze e Diversità – ForumDD, Forum Education, #GiustaItalia Patto per la Ripartenza, Gruppo CRC, Tavolo Saltamuri.