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La misteriosa categoria “Altro” dimostra che lo Stato non sa chi stiamo vaccinando

Oltre 2 milioni e 600 mila somministrazioni di vaccino sono classificate nelle tabelle di palazzo Chigi sotto la voce “Altro”. Sono le dosi inoculate a persone che non rientrano nei gruppi identificati dal governo: sanitari, over 80, personale scolastico, Rsa. È sbagliato però pensare che questo numero nasconda solo i “furbetti del vaccino”. Abbiamo provato a capire chi rientra in questa categoria.
A cura di Marco Billeci
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C’è un luogo che negli ultimi giorni sembra diventato i rifugio di tutti i “peccatori” dei vaccini, ovvero le persone che non dovevamo vaccinare e invece abbiamo vaccinato. Si tratta della colonna “Altro” nelle tabelle delle somministrazioni di dosi, pubblicate sul sito del governo. Una platea di oltre due milioni e 600 mila persone che non rientrano nelle categorie dettagliate nei grafici governativi: operatori sanitari e sociosanitari, over 80, ospiti delle Rsa, forze armate, personale scolastico.

Troppo frettolosamente, questi soggetti sono stati tutti etichettati come “furbetti del vaccino”, ma la realtà è molto diversa. Certo, in questo gruppo rientrano anche alcune categorie al centro delle polemiche di questi giorni, dai guardiaparco abruzzesi ai sacerdoti pugliesi. Persone che comunque, è bene ricordarlo, in larghissima parte non hanno “saltato la fila”, ma hanno semplicemente risposto alla chiamata degli enti locali di fronte a scelte, spesso discutibili, le categorie a cui dare la priorità nelle vaccinazioni. Nella colonna “Altro” delle tabelle del governo, però, ci sono anche gli ultra-settantenni, i pazienti fragili, i detenuti. Quelli, insomma, da immunizzare con priorità anche secondo il nuovo piano del commissario Figliuolo. Per dare un’idea del marasma al quale ci si trova di fronte,  sotto queste definizione cade anche il premier Mario Draghi, vaccinato nel Lazio tra gli over 70.

Cosa si nasconde dietro la scritta "Altro"

Il fatto è che senza un dettaglio più preciso, diventa difficile capire chi stiamo vaccinando. Dagli uffici del commissario per l'emergenza Covid Figliuolo, si spiega che il problema nasce da un difetto all’origine della campagna di vaccinazione, a gennaio. Le direttive arrivate dal centro ai territori su come classificare i soggetti a cui veniva somministrato il vaccino sono state troppo vaghe. Risultato, gli operatori delle diverse regioni sono andati per conto proprio. C’è chi ha dettagliato di più, chi di meno. Alcuni soggetti sono entrati in fasce diverse nelle diverse regioni. Per fare un esempio, qualcuno ha classificato anche i militari vaccinati tra le forze dell’ordine, qualcun altro invece no.

Così, a livello nazionale, non è rimasto niente da fare se non ingrossare all’inverosimile quella categoria, “Altro”. Adesso, al ministero della Salute si sta cercando di porre rimedio a questa confusione, distinguendo meglio tra i vari gruppi. Un’impresa improba, perché per rivedere le tabelle, bisogna scavare nei dati di settimane e settimane fa. Per il momento, l’unico modo per capire cosa si nasconde dietro quell’etichetta “Altro”,  rimane andare a leggere i numeri regione per regione.

La Toscana e gli avvocati

Prendiamo la Toscana, al centro delle polemiche per aver dato priorità agli avvocati rispetto anche agli ultraottantenni. Il contatore online della regione presenta una categoria “Altro”m che però non ha nulla a che fare con quella del sito del governo. In questo caso, infatti, con quel nome sono identificate le somministrazioni a medici e infermieri delle strutture private, soggetti che a livello nazionale rientrano nel gruppo degli operatori sanitari e sociosanitari.

Nei grafici regionali, sono altre le colonne da guardare per individuare possibili errori nella gestione della campagna vaccinale. Per esempio, i famosi avvocati dovrebbero rientrare nella sezione “personale comparto ruolo amministrativo” o “personale comparti ruolo professionale e tecnico”. In totale, per queste due categorie si parla di oltre 12mila e 600 vaccini tra prima dose e richiami. Circa tre volte quelli somministrati ai medici di medicina generale.

I numeri del Veneto

In Veneto, il gruppo che va sotto l’etichetta di “Altro” conta circa 348mila 500 vaccini, un numero quasi pari a quello degli over 80. La Regione ha dettagliato in modo molto scrupoloso questi dati nelle ultime ore. Più della metà, oltre 200mila sono over 70 e pazienti fragili, ma ci sono anche, tra gli altri, 1674 donatori di sangue, 4647 addetti della protezione civile, 425 veterinari. Circa 40mila casi, poi, non sono ancora identificati in nessun modo. Il presidente Zaia ha dato mandato ai dirigenti delle Asl venete di incrociare i dati per catalogare anche i soggetti che compongono questo macro gruppo.

I caregiver campani

Scendendo a Sud, in Campania il numero dei vaccini che rientrano nella categoria “Altro” supera quello degli over 80 di oltre 30mila unità. Anche qui, per provare a sopire le polemiche, nei giorni scorsi l'unità di crisi regionale ha deciso di dettagliare meglio chi appartiene a questo gruppo. Oltre a over 70, disabili e fragili, si scopre così che il vaccino è stato somministrato a circa 19mila "caregiver-conviventi" e altre 45 mila prenotazioni  sono state effettuate per questa categoria. Un numero imponente. D'altronde,  le cronache raccontano che nella definizione di caregiver – le persone che si prendono cura di un familiare ammalato o disabile – in queste settimane si è infilato anche chi non sembrava aver diritto a essere identificato come tale.

Ancora, 105mila vaccini sono finiti a personale esterno alle strutture sanitarie. Una classe che comprende anche, spiegano dalla Regione, tutti i lavoratori delle ditte esterne fornitrici di servizi alle strutture sanitarie (pulizie, mensa, lavaggio, etc…). La Regione di Vincenzo De Luca intende poi il gruppo delle “Forze dell’Ordine” in modo molto ampio. Tra queste, infatti, sono fatti rientrare, anche Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Guardia Costiera e quasi 4000 prenotazioni per vaccini classificati come “Comune”. Possiamo ipotizzare che ci si riferisca alla polizia municipale anche se non ci sono ulteriori indicazioni.

Il caso Valle D'Aosta

A finire nel mirino delle critiche è stata anche la Valle D'Aosta, dove la categoria "Altro" sfiora le diecimila unità, duemila dosi in più rispetto a quella degli over 80. In una conferenza stampa, il dg della Usl Angelo Michele Pescarmona ha spiegato che l'anomalia è dovuta prima di tutto alla scelta della Regione di privilegiare la vaccinazione dei soggetti più fragili, indipendentemente dall'età. 5500 vaccini ai fragili sono stati quindi somministrati in parallelo agli anziani, andando a ingrossare la categoria "Altro". In questo gruppo si trovano poi anche i volontari, di qualsiasi tipo, la popolazione penitenziaria, i soggetti erogatori di servzi pubblici essenziali, etc…

La Valle D'Aosta sottolinea altri due aspetti. Il primo è che ha ricevuto una quantità di Astrazenca superiore alla media nazionale. Come sappiamo, fino a poco tempo fa questo vaccino poteva essere dato solo alle persone tra i 18 e i 55 anni, una classe di età che per buona parte non rientra nelle categorie standard del ministero. Infine, anche qui si evidenziano problemi con la contabilità. Circa 500 soggetti sono state incasellati dai medici che li hanno vaccinati come pazienti fragili e dunque sono finit sotto la colonna "Altro". La Regione segnala, però, come si tratti di persone sì con patologie, ma anche con più di più di 80 anni. Nei nei conti del governo, quindi, sarebbero dovuti rientrare in quella categoria.

Calabria e Sicilia

Abbiamo chiesto lumi anche sui dati della Calabria ma, nonostante l'intercessione dell'ufficio comunicazione istituzionale del dipartimento Sanità, i tecnici regionali si sono trincerati dietro il silenzio. Eppure, anche qui i vaccinati che rientrano sotto la sigla "Altro" superano gli over 8o, di oltre 3mila unità. Stesso discorso per la Sicilia, dove sotto la voce "Altro" si contano 358mila somministrazioni, contro le circa 229mila 500 degli ultraottantenni. In questo caso, la Regione fornisce due ordini di spiegazioni. Da un lato, si registra un tasso di adesione molto basso tra gli over 80, attestato  al 52 percento, frutto della psicosi per i presunti effetti collaterali dei vaccini.

Dall'altro lato, la Sicilia punta il dito contro la piattaforma nazionale delle Poste, che la Regione ha adottato fin dall'inizio della campagna vaccinale. Secondo gli uffici del governatore Musumeci, la classificazione dei soggetti vaccinati offerta dalla piattaforma è troppo generica, In un primo momento, si fa notare dall'isola, persino una parte degli ultraottantenni è finito sotto la voce "Altro". Ora, il dettaglio è maggiore e ci permette di controllare meglio i dati. Alla data di sabato 10 aprile, in Sicilia erano state somministrate tra le altre 7425 dosi a conviventi di soggetti a rischio, 9781 a studenti di area sanitaria.

E ancora 1461 vaccini segnalati come "frequenza comunità (esempio asilo), 275 a donatori di sangue, 416 a personale di laboratorio, 159 a residenti in aree a maggior rischio. Infine, 2493 dosi sono andate a soggetti impiegati in altre attività a rischio, 865 a personale civile, mentre per 630 dosi non c'è nessuna indicazione. Il governatore Nello Musumeci, parlando in conferenza stampa, ha detto che i dirigenti sanitari protagonisti di casi di saltafila sono stati sospesi e messi sotto procedimento disciplinare e ha etichettato come "iene e sciacalli" i critici della campagna vaccinale siciliana.

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