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La Lega contro Conte: “Italia è Repubblica fondata sul lavoro, non sulla salute”

Dopo il discorso del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla Camera dei deputati, si è scatenato il dibattito tra i parlamentari, con l’opposizione che si è scagliata contro il governo. Dure critiche da Claudio Borghi della Lega: “L’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulla salute o i dpcm”. Italia Viva e Forza Italia criticano il mancato utilizzo del Mes.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Questa mattina Giuseppe Conte ha annunciato alla Camera dei deputati un nuovo dpcm, che prevede un’Italia divisa in tre diverse zone di rischio, con un coprifuoco notturno generale e ulteriori chiusure a livello nazionale. In un passaggio del suo discorso, Conte ha invitato l'opposizione alla collaborazione, annunciando una cabina di regia condivisa. Poi si è scatenato il dibattito tra i deputati, con critiche durissime piovute dai banchi del centro destra verso il presidente del Consiglio e il suo governo. "Ci chiedete di collaborare e noi l'avremmo voluto in questi mesi – attacca Edmondo Cirielli di Fratelli d'Italiama avete respinto i nostri duemila emendamenti". Questo è "un disastro sanitario e non possiamo dimenticare otto mesi di fallimenti da parte del governo – continua il deputato – "Non è con un vergognoso scarica barile sui cittadini che le cose possono cambiare". "Non siamo stati noi a chiedere i pieni poteri, noi abbiamo votato al buio come opposizione i deficit di bilancio, ma quale maggioranza li può spendere per il bonus monopattino e per la sanatoria degli immigrati", fa eco Andrea Delmastro Delle Vedove, deputato di Fdi.

"Come si permette di fare scalette dei diritti costituzionali, e se fosse il diritto al lavoro è al 4, quello alla salute al 32", attacca Claudio Borghi, della Lega, riferendosi agli articoli della Costituzione. "Il primo dice che l’Italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro e non sulla salute o i dpcm". È necessario che "il comitato tecnico scientifico informi in tempo reale le commissioni sanità del parlamento e che il presidente del Consiglio la smetta con i dpcm con cui si è arrogato la sovranità totale", ha continuato il deputato leghista. "Siete incapaci di gestire la seconda ondata di virus, andate a casa", insiste il suo collega di partito Paolo Tiramani. Dai banchi dell'opposizione arrivano anche altre voci: "Abbiamo assunto coraggiosamente una posizione diversa dal centrodestra sul Mes – spiega Roberto Occhiuto di Forza Italia, tra gli applausi dei suoi – ma per sei mesi siete stati fermi e immobili quando chiedevamo di investire sulla sanità con quei soldi". Pioggia di critiche sulla didattica a distanza, l'edilizia scolastica e i trasporti. "È essenziale che mentre il paese e gli imprenditori stanno pagando ancora il prezzo del primo lockdown, il comitato tecnico scientifico dica chiaramente quali attività provocano contagi", conclude il deputato.

Dai banchi della maggioranza torna sul Mes anche Italia Viva, con il deputato Camillo D’Alessandro che sottolinea come rinunciarci sia "un errore gravissimo", perché "l'Europa non è una trappola". Nicola Stumpo di Liberi e Uguali risponde a Borghi sui diritti costituzionali che "non vanno intesi come una classifica", e soprattutto "durante la pandemia il diritto alla vita va garantito per primo, anche ai negazionisti". Il Partito Democratico chiede "un'agenda sanitaria europea". Secondo Antonio Federico del Movimento 5 Stelle è "il momento di restare uniti tra maggioranza e opposizione" e poi insiste sul "preservare la didattica in presenza dove l'indice rt non è grave", perché "la scuola è l'ultimo baluardo", conclude tra gli applausi dei suoi.

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