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La Camera ha approvato il Decreto Dignità: ora il provvedimento passa al Senato

La Camera dei deputati ha approvato il Decreto Dignità voluto dal vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, con voti 312 favorevoli, 190 contrari e 1 astenuto. Ora il provvedimento passerà all’esame del Senato per la sua definitiva approvazione (che dovrebbe arrivare in tempi rapidi) e la conseguente conversione in legge.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Camera dei deputati ha approvato il Decreto Dignità voluto dal ministro del Lavoro e vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, con voti 312 favorevoli, 190 contrari e 1 astenuto. Ora il testo deve passare all’esame del Senato (si dovrebbe arrivare all’approvazione entro martedì) per far sì che il decreto venga convertito in legge. Il provvedimento ha l’obiettivo di cambiare le regole sui contratti a termine e le delocalizzazioni, vietando inoltre la pubblicità del gioco d’azzardo. Tra le ultime novità, introdotte proprio oggi, c’è anche l’inserimento dell’obbligo di scrivere su tutti i gratta e vinci che il gioco “nuoce alla salute”.

Rispetto al testo originario, diverse sono state le modifiche approvate alla Camera, a partire dai voucher per gli alberghi, per arrivare al bonus assunzioni per gli under 35. Inserito, inoltre, anche il concorso straordinario per le maestre diplomate, così come il periodo transitorio per i contratti a termine già attivi. Prevista, inoltre, anche l’esenzione per le famiglie dall’aggravio sui contratti per colf e badanti. Probabilmente il testo non verrà ulteriormente modificato al Senato, dove il governo potrebbe ricorrere alla fiducia.

Le principali misure del Decreto Dignità

Molte le misure introdotte dal Decreto Dignità, il primo vero provvedimento del governo guidato da Giuseppe Conte. Si parte dalla proroga per il biennio 2019-2020 del bonus assunzioni al 50% dei contributi per gli under 35. Il provvedimento prevede che vengano aumentate le assunzioni nei centri per l’impiego. Punto fondamentale riguarda poi i contratti a termine che diventano meno lunghi e più costosi: i contratti non potranno andare oltre i 24 mesi per il tempo determinato. Ogni rinnovo a partire dal secondo ha poi un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5%. Ridotte da 5 a 4 le proroghe.

La stretta sui contratti a termine non si applicherà sui contratti in corso, ma scatterà solamente a partire dal primo novembre. Fino al 31 ottobre rimangono le regole precedenti. Aumentano le indennità di licenziamento, mentre vengono anche reintrodotti i voucher per alcune categorie: i buoni lavoro saranno validi per le strutture ricettive turistiche e per una durata massima di dieci giorni. Viene inoltre semplificato il loro uso nell’agricoltura.

Crescono le sanzioni per le aziende che delocalizzano dopo aver ricevuto aiuti di Stato. Novità anche nel contrasto al gioco d’azzardo, con l’obbligo della tessera sanitaria per giocare, la scritta “il gioco nuoce alla salute” sui gratta e vinci e le slot machine e l’inasprimento delle sanzioni per chi viola il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo. Rinviate le scadenze dello spesometro, mentre si prevede anche il rinvio dell’obbligo di fatturazione elettronica per i benzinai dal primo luglio al primo gennaio. Novità anche nel mondo della scuola: le maestre con diploma magistrale precedente al 2001-2002 potranno continuare a insegnare nonostante lo stop arrivato dal Consiglio di Stato.

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