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Jobs Act, licenziati e riassunti per sgravi: la CGIL Emilia Romagna denuncia i ‘furbetti’

La CGIL dell’Emilia Romagna ha denunciato due presunti casi di imbrogli da parte di aziende che per usufruire degli sgravi fiscali del Jobs Act utilizzerebbero delle ‘distorsioni’ che, dicono, ‘sarebbero vere e proprie truffe all’Erario’.
A cura di Francesco Raiola
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Nella foto Giuliano Poletti
Nella foto Giuliano Poletti

Fatta la legge e trovato l'inganno, o meglio lo stratagemma per incassare soldi. La Cgil dell'Emilia-Romagna ha denunciato alcuni casi di aziende che avrebbero messo in atto un sistema per usufruire dei vantaggi del nuovo Jobs Act varato dal Governo Renzi, che prevede degli sgravi fiscali per le nuove assunzioni. Il Sindacato, infatti, ha spiegato che alcune aziende avrebbero proposto ai propri dipendenti, anche con contratti a tempo indeterminato, di licenziarsi dal lavoro per essere riassunti da un'altra azienda per un minimo di sei mesi – tempo indispensabile per ottenere gli sgravi – con promessa di assunzione a tempo indeterminato alla scadenza del nuovo contratto.

“Vere distorsioni che a nostro avviso dovrebbero essere considerate come vere e proprie truffe ai danni dell’erario” denunciano Antonio Mattioli della Cgil e Michele De Rose, segretario generale della Filt regionale. I due sindacalisti avrebbero le prove che un paio di aziende che si occupano di facchinaggio e logistica nelle aree di Piacenza e Reggio Emilia avrebbero pensato bene di trovare un escamotage per poter rientrare negli sgravi fiscali assicurati dal Governo con la Legge di Stabilità, che che in tre anni dovrebbe portargli circa 8mila euro all’anno. L'idea, quindi, è quella di licenziarli, con un piccolo ‘incentivo economico', farli riassumere da una nuova azienda che lavora nello stesso cantiere della precedente e che svolge le stesse mansioni, prima di riproporgli un contratto a tempo indeterminato, potendo così accedere ai vantaggi per quelle aziende che in teoria dovrebbero garantire una stabilizzazione dell'occupazione, generando vantaggi per tutti quei contratti che non sono a tempo indeterminato.

Chiediamo agli organi preposti alla vigilanza di intervenire immediatamente e riteniamo necessario contrastare gli effetti devastanti di una norma che, oltre a non favorire nuova occupazione, penalizza chi sta lavorando, consentendo vere proprie distorsioni operate da questi furbetti del Jobs Act che a nostro avviso dovrebbero essere considerate come una truffa ai danni dell’erario

conclude Mattioli, il quale assieme al collega ha spiegato di aver già inviato la documentazione di cui dispone all'Inps e di aver scritto una lettera al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti. La prima risposta, però, è arrivata dal Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi che, intervenendo ad un incontro a Ravenna ha spiegato:

Il Jobs act non dovrebbe essere utilizzato in questo modo. Ho sempre pensato che dovrebbe andare nella direzione di contratti a tempo indeterminato con tutta una serie di flessibilità. Mi auguro che sia questo il punto di arrivo.

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