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Istat, le famiglie italiane sono sempre più povere: a inizio 2020 il reddito è calato dell’1,6%

Cala il reddito disponibile e il potere di acquisto delle famiglie italiane, che invece tendono a risparmiare, in vista di un futuro in cui la crisi economica farà da protagonista. Crollano quindi i consumi, anche se i prezzi rimangono stabili. È la fotografia dell’Istat sul primo trimestre del 2020.
A cura di Annalisa Girardi
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Le famiglie italiane sono sempre più povere. Lo segnala l'Istat, presentando i dati relativi al primo trimestre del 2020 in merito alla Pubblica amministrazione, ai profitti delle società e ai redditi e i risparmi delle famiglie. Nei primi mesi dell'anno il reddito disponibile delle famiglie consumatrici, si legge nel report, è sceso dell'1,6% e la spesa per i consumi finali è crollata del 6,4%, complice anche il lockdown. Dall'altro lato, la crisi economica innescata dall'emergenza coronavirus spinge le famiglie a risparmiare, in vista di scenari futuri incerti: infatti la propensione al risparmio è cresciuta dal 7,% del quarto trimestre 2019 al 12,5%.

"A fronte della brusca contrazione della spesa per consumi finali delle famiglie legata alle misure di contenimento, è aumentato considerevolmente il tasso di risparmio", spiega l'Istat. I prezzi sono rimasti stabili, ma il potere d'acquisto delle famiglie è diminuito dell'1,7% nei primi tre mesi del 2020 rispetto agli ultimi tre del 2019. Una riduzione ad ogni modo contenuta, afferma l'Istituto nazionale di statistica, se confrontata con il peso dell'emergenza sui conti pubblici italiani: "Le misure di sostegno ai redditi introdotte per contenere gli effetti negativi dovuti all'emergenza sanitaria hanno limitato in misura significativa la caduta del reddito disponibile e del potere di acquisto delle famiglie", si legge.

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Non sono gli unici aspetti considerati. Per quanto riguarda le Amministrazioni Pubbliche, l'Istat rileva un indebitamento netto nel primo trimestre in rapporto al Pil del 10,8%, contro il 7,1% dello stesso periodo nel 2019. E ancora: "Il saldo corrente e il saldo primario delle AP sono risultati negativi, entrambi con un’incidenza sul Pil del -7,8% (rispettivamente, -4,1% e -4,2% nel primo trimestre del 2019)". La pressione fiscale, invece, è risultata pari al 37,1%, in crescita di 0,5 punti percentuali rispetto al 2019. L'Istat quindi conclude: "L'incidenza del deficit delle Amministrazioni pubbliche sul Pil è sensibilmente aumentata rispetto al primo trimestre del 2019 per la riduzione delle entrate e l’aumento delle uscite. Queste includono, in base al principio della competenza economica, le spese straordinarie per cassa integrazione guadagni e varie tipologie di indennità relative al mese di marzo".

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