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Insulti e minacce online a Mattarella: scattano perquisizioni in tutta Italia

L’inchiesta vede al centro una serie di messaggi di odio, insulti e minacce via social indirizzati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, già dalla scorsa primavera, quando è esplosa l’emergenza coronavirus nel nostro Paese: il reato ipotizzato è quello di offesa all’onore e al prestigio del capo dello Stato. Oggi sono scattate le perquisizioni della Digos in diverse città italiane e ci sarebbero già 10 indagati.
A cura di Annalisa Girardi
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Questa mattina la procura di Roma ha fatto scattare delle perquisizioni in tutta Italia nell'ambito di un'indagine su una serie di messaggi di odio, insulti e minacce via social indirizzati al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. L'inchiesta vede al centro frasi denigratorie rivolte al capo dello Stato già dalla scorsa primavera, quando è esplosa l'emergenza coronavirus nel nostro Paese: il reato ipotizzato è quello di offesa all'onore e al prestigio del capo dello Stato, che prevede anche una pena che va da uno a cinque anni di reclusione.

L'indagine riguarda dei reati perseguibili d'ufficio, senza cioè che venga necessariamente presentata una denuncia. Nel mirino degli agenti della Digos, coordinati dal Procuratore di Roma Michele Prestipino, alcune chat online dove si sarebbero concentrati messaggi offensivi e ingiurie dirette a Mattarella. Gli investigatori avrebbero già sequestrato alcuni cellulari e dispositivi elettronici, ma diversi accertamenti sarebbero ancora in corso.

Sul web il presidente della Repubblica avrebbe ricevuto anche pesanti minacce di morte, per la stragrande maggioranza collegate alle misure adottate dal governo italiano in risposta all'emergenza coronavirus. A quanto riporta Repubblica ci sarebbero già 10 persone indagate.

Mattarella si è sottoposto alcuni giorni fa alla vaccinazione contro il coronavirus all'ospedale Spallanzani di Roma. Il capo dello Stato, 79 anni, ha ricevuto la prima dose secondo le tempistiche della campagna vaccinale della Regione Lazio. Un mese fa, al Fatebenefratelli di Milano, era stato il turno della senatrice a vita Liliana Segre: per aver ricevuto il vaccino la senatrice, sopravvissuta ai campo di sterminio nazisti,aveva ricevuto moltissimi insulti e odio online. In quel caso la procura, questa volta di Milano, aveva aperto un fascicolo per il reato di minacce aggravate dalla discriminazione e dall'odio razziale. Segre aveva anche partecipato alla campagna di sensibilizzazione della Regione Lombardia per la vaccinazione agli over 80.

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