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Incidenza, terapie intensive e ricoveri: i dati delle Regioni, chi va in zona gialla entro Natale

Gli indicatori del monitoraggio dell’Iss – terapie intensive, ricoveri in area medica e incidenza – lasciano intuire quali Regioni rischiano la zona gialla entro Natale.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Terapia intensiva, Covid
Terapia intensiva, Covid

L'Italia continua a tingersi lentamente di giallo. Dalla prossima settimana anche la Provincia di Bolzano, insieme al Friuli Venezia Giulia, sarà in zona gialla. Ma saranno diverse le Regioni che abbandoneranno la zona bianca entro Natale. Nessuna profezia, ma un semplice sguardo ai dati che ogni settimana il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità diffonde. Nella tabella degli indicatori decisionali di oggi – a proposito di incidenza, occupazione delle terapie intensive e dei posti letto in area medica – emerge chiaramente il fatto che, salvo una netta inversione di tendenza, nelle prossime settimane la curva epidemiologica continuerà a crescere e, di conseguenza, anche la saturazione degli ospedali. Ma andiamo per gradi, vediamo prima come cresce l'incidenza da Covid nelle varie Regioni italiane.

L'incidenza di casi Covid cresce in quasi tutte le Regioni

Scorrendo la tabella con gli indicatori decisionali dell'Iss salta subito all'occhio il fatto che l'incidenza – oltre ad essere a livelli molto alti – è in crescita praticamente ovunque tranne che in Friuli Venezia Giulia, Molise, Sardegna e Umbria. Sono pochissime, tra l'altro, le Regioni al di sotto della soglia dei 50 casi ogni 100mila abitanti che è il primo criterio per finire in zona gialla. Allo stesso tempo, però, bisogna superare anche il limite del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica. L'incidenza di casi Covid è ancora da record nella Provincia di Bolzano, con 645,7 casi ogni 100mila abitanti. Ma è a livelli preoccupanti anche in altre Regioni: in Friuli Venezia Giulia è a 336,3, in Valle d'Aosta a 309,1 e in Veneto a 317,1.

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Perché entro Natale mezza Italia potrebbe essere in zona gialla

Guardando questi dati non è così difficile fare una previsione, visto che all'aumentare dell'incidenza corrisponde – anche se con almeno un paio di settimane di ritardo – una crescita della pressione sulle strutture ospedaliere. Perciò bisogna puntare lo sguardo sull'occupazione dei posti letto in terapia intensiva e in area medica per capire cosa succederà. E qui diverse Regioni sono a rischio. Il limite da non superare – ricordiamo ancora – è del 10% in terapia intensiva e del 15% in area medica. Altrimenti, visto che l'incidenza è già alta, scatta la zona gialla.

La Calabria è a un soffio da entrambi i parametri, con 8,9% in rianimazione e 14,1% negli altri reparti; il Lazio e la Lombardia – che hanno rispettivamente 7,8% e 7,3% in terapia intensiva e 10,8% e 13,4% in area medica – sono entrambe considerate a rischio entro Natale visto che l'incidenza sta crescendo. Attenzione massima sulle Marche, che hanno già superato il valore in terapia intensiva (12,0%), così come il Veneto (10,5%), che è a rischio anche per l'incidenza altissima (317,1 casi ogni 100mila abitanti). La Valle d'Aosta, oltre all'incidenza molto alta, ha l'occupazione dell'area medica quasi da zona arancione (28,3%, la soglia è 30%), ma resta in zona bianca per via delle terapie intensive semivuote. Sembra, anche in questo caso, solo questione di tempo.

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