Cos’è il suicidio assistito, in quali Paesi d’Europa è legale e quando si può fare in Italia

Ha riacceso l'attenzione sulla pratica del suicidio assistito la morte di Alice ed Ellen Kessler, gemelle che a 89 anni hanno deciso di effettuarla insieme. Si tratta di una procedura che è legale in diversi Paesi europei, ma in alcuni – tra cui l'Italia e la Germania, dove sono morte le gemelle Kessler – è regolato solo da sentenze, e non da una legge specifica. Altri, come Paesi Bassi, Belgio o Spagna hanno norme sul tema. In altri ancora, come Francia e Regno Unito, leggi simili sono in discussione.
Con il suicidio assistito, una persona si dà la morte volontariamente grazie all'aiuto di uno o più soggetti esterni, che aiutano a preparare tutto il necessario e, per esempio, forniscono la sostanza necessaria. È diverso dall'eutanasia, attiva o passiva, in cui invece una persona esterna somministra direttamente un farmaco letale o smette di somministrare le cure.
Come funziona il suicidio assistito in Germania
In Germania il suicidio assistito è stato reso possibile da una sentenza della Corte costituzionale federale che risale al 26 febbraio 2020. I giudici in quel caso stabilirono che l'individuo deve poter "esercitare il proprio diritto a una morte autodeterminata", purché questo avvenga "alle proprie condizioni", in autonomia o con un aiuto esterno.
La sentenza lascia margini piuttosto ampi: l'unico vero requisito che va rispettato sempre è che la persona sia capace di intendere e di volere. Non ci sono pratiche legali dettagliate nello specifico, o passaggi che tutti sono obbligati a seguire, ma nei fatti una prassi si è sviluppata negli ultimi anni.
Una delle associazioni più importanti per i diritti dei pazienti nel Paese, Deutsche Gesellschaft, segue i casi di molte delle persone che scelgono il suicidio assistito – incluse, peraltro, le gemelle Kessler. L'associazione richiede di essere un membro da almeno sei mesi prima di poter accedere alla procedura. È necessario svolgere dei colloqui che verificano la situazione del paziente. Dopo la morte, viene avvisata la polizia che accerta che tutto si sia svolto in modo legale.
Quando è legale il fine vita in Italia
In Italia il suicidio assistito può essere richiesto solo a specifiche condizioni, anche in questo caso stabilito da una sentenza (quella del 2019 legata al caso di Dj Fabo e Marco Cappato, e alcune successive sullo stesso tema). È necessario che la persona malata sia capace di autodeterminarsi, abbia una patologia irreversibile che causa sofferenze fisiche o psicologiche intollerabili, e sia dipendente da trattamenti di sostegno vitale. Quest'ultimo punto è il più controverso e dibattuto, sul piano legale.
La domanda va fatta all'Asl, poi una commissione medica valuta il caso e il fascicolo passa in mano a un comitato etico territoriale, che dà un parere tecnicamente non vincolante. In molti casi, i tempi si allungano e le risposte variano da una Regione – o da una città – all'altra. La Toscana è intervenuta per prima con una legge regionale, che però il governo Meloni ha impugnato, per fissare tempi certi rispettando i criteri della Corte costituzionale. La Sardegna è stata la seconda Regione a intervenire, a settembre.
C'è anche una proposta di legge nazionale in lavorazione in Parlamento, ma dopo mesi di rinvii e compromessi, il centrodestra ha raggiunto un testo che è stato duramente criticato dalle associazioni del settore. Secondo i critici, la norma per come è scritta renderebbe l'accesso al suicidio assistito ancora più difficile rispetto a oggi.
In quali Paesi europei è legale il suicidio assistito e dove è punito
Diversi Paesi in Europa consentono il suicidio assistito o l'eutanasia. I Paesi Bassi hanno depenalizzato l'eutanasia nel 2002, il primo Stato al mondo a farlo. Per accedere bisogna fare una richiesta volontaria e informata, subire sofferenze insopportabili che non migliorano, non avere nessuna ragionevole alternativa sul piano medico, e avere il consulto di almeno due professionisti. Dal 2020 possono richiederlo anche i minori malati terminali, dai 12 anni in su, con il consenso dei genitori (fino a 16 anni).
Il Belgio ha depenalizzato l'eutanasia dopo i Paesi Bassi, ma l'ha aperta prima ai minori, senza limiti di età: nel 2014. Si tratta, peraltro, dell'unico Paese dell'Unione europea in cui l'eutanasia è permessa a stranieri.
La Spagna ha approvato una legge nel 2021, che include sia l'eutanasia attiva che il suicidio assistito: sono concessi solo ai cittadini spagnoli, maggiorenni, capaci di intendere e di volere, che soffrono di una malattia incurabile o invalidante, dopo due richieste scritte. Il suicidio assistito si può effettuare anche in Lussemburgo (dal 2009), Austria (2022) e Portogallo (2023).
Diversi Paesi stanno discutendo proposte sul tema. La Francia ha dato a maggio il primo via libera parlamentare a una legge sulla questione. Nel Regno Unito una proposta di legge riguarderebbe Inghilterra e Galles, visto che la Scozia dal 2015 ha legalizzato la possibilità dei medici di prescrivere farmaci letali a pazienti terminali che coscientemente ne fanno richiesta più volte. In Irlanda il Parlamento sta dibattendo sul tema, senza ancora una proposta specifica.
È noto il caso della Svizzera, unico Paese europeo che dà accesso al suicidio assistito anche agli stranieri. Nella procedura non possono essere coinvolti medici, né familiari della persona, e tutti i costi sono a carico del paziente.
Ci sono Paesi che non hanno norme a riguardo, ma tollerano la pratica: Norvegia, Svezia e Danimarca. E ci sono Stati che la puniscono severamente: fino a cinque anni di carcere in Polonia per l'eutanasia in tutte le forme (anche passiva); in Grecia, Serbia e Bosnia è considerata alla pari dell'omicidio.