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In arrivo i fondi per una riserva militare nazionale: quando sarà attivata e chi ne può fare parte

Come ha confermato anche il ministro Crosetto, il governo lavora a una legge per attivare una riserva ausiliaria dello Stato, composta da non oltre diecimila unità. Ecco come funzionerebbe e chi può farne parte.
A cura di Annalisa Cangemi
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La riserva militare nazionale, che operi al fianco delle Forze Armate regolari, da impiegare in caso conflitti e crisi internazionali, è necessaria secondo il ministro della Difesa Guido Crosetto. Per attivarla occorre aspettare una legge con i relativi fondi, "non è una cosa che si mette in piedi dall'oggi al domani. Ci lavorerà il governo con una legge delega", ha annunciato ieri il ministro in un'intervista a La Verità.

La questione era stata anticipata già all'inizio di febbraio, quando il ministro aveva rilanciato la proposta di una riserva ausiliaria dello Stato, quindi delle Forze armate, composta da non oltre diecimila unità – come già auspicato dalla legge 119 del 2022, introdotta dal precedente governo, che nel 2022 forniva una delega all’esecutivo – sul modello della Svizzera. Si tratterebbe di volontari, tra ex militari o anche civili specializzati, pronti a scendere in campo per la difesa nazionale.

I riservisti, una volta reclutati, formati e periodicamente addestrati, non sarebbero però impiegati sul fronte dei teatri operativi, compito che spetta solo a chi è esperto, ma per il supporto logistico e la cooperazione. Potrebbero essere chiamati anche a effettuare interventi in caso di calamità, come già avviene per i militari. Questa riserva potrebbe così dare una risposta alla scarsa presenza di personale, più volte denunciata dalle Forze armate, che oggi sono composte da 150mila unità.

"La speranza è che le tensioni nel mondo scemino, ma se invece continuassero a salire, ogni nazione dovrebbe lavorare per essere pronta ogni evenienza", ha sottolineato ieri il ministro, che al momento è ricoverato in ospedale per una lieve pericardite. "Tra le tante necessità quella di poter attivare una riserva al fianco delle forze armate regolari non è da escludere, come avviene in Svizzera", ha aggiunto Crosetto, "i riservisti sono volontari che si rendono disponibili a scendere in campo per la difesa nazionale in caso serva".

"Non siamo soli, abbiamo alleati, ma intanto prepariamoci a difenderci come se fossimo soli", ha spiegato il ministro, "quando parlo di attacchi, non penso solo a quelli militari classici, perché come ho detto la guerra oggi a 1000 facce. Siamo sottoposti ad attacchi cibernetici, ad aggressioni alla libertà di navigazione, al blocco delle materie prime, del gas e della rete Internet. Oggi la guerra si fa anche scaricando milioni di immigrati in territori altrui, oppure polarizzando l'opinione pubblica con il sapiente utilizzo delle fake news".

Cosa dice la proposta di legge della Lega

Intanto la Lega ha presentato una sua proposta di legge, firmata dal presidente della commissione Difesa alla Camera, Nino Minardo, anticipando i tempi. Il testo prevede che i riservisti vengano scelti tra i cittadini italiani che hanno già prestato servizio come Volontari in ferma triennale o come Volontari in ferma iniziale, e che attualmente sono in congedo. In questo modo verrebbero selezionate persone che hanno già l'addestramento e le competenze per essere attivate in breve tempo. Si tratterebbe anche in questo caso di una convocazione su base volontaria. Il potere di attivare la riserva militare sarebbe in capo al governo, e il Parlamento avrebbe 48 ore di tempo per valutare la richiesta, autorizzarla o respingerla.

Come funziona negli altri Paesi

In altri Paesi, anche europei, esistono giù dei riservisti. In Germania per esempio sono circa 15mila, e vengono chiamati per addestrarsi almeno una volta ogni anno. La Francia ne ha disposizione 77mila, con un obiettivo a medio termine di 85mila, che diventeranno 100mila entro il 2024. Il governo francese vorrebbe un soldato di riserva ogni due soldati attivi. Ci sono poi i Paesi dove la leva è obbligatoria, come in Israele, dove vengono scelti sia uomini sia donne, e i riservisti sono circa 400mila. Mentre in Svizzera, dove è prevista anche l’alternativa del servizio civile, sono 300mila.

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