Il sindacato di polizia (Silp) a Fanpage: “Non vogliamo lo scudo penale, pericoloso e incostituzionale”

L'indagine per omicidio colposo nei confronti dei due poliziotti che hanno sparato all'assassino del brigadiere Carlo Legrottaglie, uccidendolo, ha riportato l'attenzione sullo ‘scudo penale', vecchio cavallo di battaglia della Lega e di FdI, che sono tornati a chiedere forme di tutela processuale per gli agenti indagati. La proposta, che era stata già avanzata in fase di stesura del dl Sicurezza e poi scartata, consiste nel superare l'automatismo dell'iscrizione nel registro degli indagati come ‘atto dovuto'. Ma come spiega a Fanpage.it, Pietro Colapietro segretario generale di Silp, il sindacato di Polizia della Cgil, lo scudo penale è problematico, sia da un lato tecnico in quanto presenterebbe profili di incostituzionalità, che dal punto di vista del messaggio che rischia di far passare, ovvero il venir meno al principio secondo cui la legge è uguale per tutti.
Si parla nuovamente di scudo penale per gli agenti. Ci aiuta a capire meglio di cosa parliamo?
Lo scudo penale, così come la maggioranza lo aveva proposto in origine, consiste nella non iscrizione ‘automatica' nel registro degli indagati. Ma l'eliminazione dell'atto dovuto, così come era stato formulato, presenta dei profili di incostituzionalità. Non è un caso che ci sia stata una levata di scudi trasversale. Noi non siamo cittadini diversi e lo scudo penale ci scollerebbe resto della cittadinanza rispetto all'obbligatorietà della legge penale. Perché noi dobbiamo essere diversi o non sottoponibili alle leggi come gli altri? Se c'è l'obbligatorietà della legge penale con tutto quello che ne comporta, vale per tutti. L'avviso di garanzia non dice nulla. Anzi va a garanzia perché consente di fare delle cose che tu in assenza di quella l'avviso non potresti fare: una perizia, una controperizia, la partecipazione a degli atti, a dei fatti. Quindi è a tutela, non è una condanna. Io interverrei su altro.
Altri sindacati però, parlano di "accuse obbligate" che possono provocare molto dolore per gli agenti indagati.
Sì, perché in quella misura uno si trova maledettamente solo e questo è il vero problema, il fallimento della tutela legale come l'hanno concepita intervenendo soltanto sul quantum, ma non snellendo tutte le procedure. Per questo chi è indagato l'avviso di garanzia lo vive come un dramma, anche dal punto di vista economico. Se invece si intervenisse diversamente, garantendo già nell'immediato, la sofferenza sarebbe sicuramente minore.
La copertura delle spese legali per gli agenti indagati prevista dal dl sicurezza non è sufficiente?
Hanno aumentato il quantum, me l'hanno passata da 5mila a 10mila, ma mica la prendi subito. Pensi che gira voce che i colleghi stiano facendo una colletta. Se le cose stessero come le hanno narrate, cioè la tutela legale per gli agenti indagati, allora perché i colleghi dovrebbero fare la colletta? Perché evidentemente si ha difficoltà a chiedere l'anticipo e a ottenerlo subito. Invece chiediamo che quella tutela sia effettiva dall'inizio, in tutte le fasi. Poi se dovessero emergere responsabilità a titolo di colpa o di dolo, si restituisce naturalmente quello che si è avuto come anticipo.
Lo scudo penale quindi è pericoloso? Rischia di essere uno strumento di impunità?
Lo scudo penale ti pone al di fuori di un contesto costituzionale no, ma anche di specificità. Come lo poni? Noi siamo diversi dagli altri e non rispondiamo alla legge? È complicato, ripeto, dal punto di vista costituzionale ma anche come rapporto di fiducia con la gente perché poi rischia di privilegiare una determinata categoria. Le forme di tutela legale per me sono altre: intervenire per dare supporto economico, sul piano del regolamento di servizio, sul piano della disciplina. Noi abbiamo un regolamento di disciplina che precede addirittura il regolamento di servizio: vuol dire che hanno previsto prima la sanzione e poi il precetto. Norme medievali che vanno assolutamente riviste. Quello vuol dire dare tutele.
Il governo sin dal suo insediamento si è posto come molto vicino alle forze dell'ordine, pronto ad assicurargli le giuste tutele. Secondo voi invece non è stato fatto abbastanza?
Assolutamente no. L'abbiamo ritenuto spesso propaganda. D'altronde se l'ultimo decreto legge, da loro prospettato come la panacea e la soluzione di tutti i mali, lascia sul terreno molti quesiti, tra cui quello legato alla tutela legale effettiva, c'è qualcosa che non torna. Poi non c'è nulla sul piano previdenziale. Noi abbiamo un sistema previdenziale molto molto delicato, io dico perverso, per cui l'ultimo anno devi lavorare di più per guadagnare una misera somma in più sul piano della pensione. Noi chiediamoci perché a 60 anni si è costretto ancora a stare sulla macchina esattamente per due ragioni: la prima esigenza di portare venti o trenta euro in più sulla pensione e la seconda perché c'è una carenza di organico ormai insostenibile. E non si copre nemmeno il turnover. Su questi due temi, previdenziale e assunzioni, non è stato fatto nulla e sono le cose che servono. Non è mai stata avviata la previdenza complementare. Sono stati stanziati anche dai governi precedenti delle somme per partire con quella dedicata e non siamo mai partiti. Di questo abbiamo bisogno.