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Il piano di Draghi per riaprire le scuole: test rapidi a tutti gli alunni con l’aiuto dell’esercito

Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, vuole riaprire le scuole dell’infanzia ed elementari in zona rossa: sarà la prima cosa a riaprire, ha assicurato ieri al Senato. Il piano del governo per il rientro in classe potrebbe passare per test rapidi per tutti gli alunni, anche grazie all’aiuto di militari e Protezione civile.
A cura di Stefano Rizzuti
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Un piano di riaperture che parta della scuola. L’ha detto chiaramente il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Bisogna iniziare a programmare le riaperture e la prima attività che deve rientrare è proprio la scuola, almeno quella dell’infanzia e le elementari. “Se la situazione epidemiologica lo permette cominceremo a riaprire la scuola in primis, con le primarie e l’infanzia anche nelle zone rosse, allo scadere delle attuali restrizioni, speriamo subito dopo Pasqua”, ha detto ieri Draghi al Senato. La situazione epidemiologica è ancora complicata, però, e senza una discesa netta dei contagi si può pensare solamente alla riapertura della scuola in zona rossa. E solo per infanzia e primarie. Il governo sta mettendo a punto un piano per la ripartenza, con la didattica a distanza al 50% nelle superiori in zona arancione e lezioni in presenza per materne ed elementari in zona rossa. Per pensare al resto, dalle medie alle superiori, è ancora presto.

Test rapidi per tutti al rientro a scuola

Il ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, vuole assolutamente riaprire le scuole. E si affida anche all’ex coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, Agostino Miozzo, ora al ministero. Secondo il Corriere della Sera, l’idea per il ritorno è scuola è quella di sottoporre a test rapido tutti gli studenti, compresi i bambini di nidi e materne, il primo giorno di scuola. Il test verrebbe poi ripetuto ogni settimana e se gli studenti dovessero essere positivi tutta la classe, insegnante compresi, dovrebbe sottoporsi al tampone molecolare. L’obiettivo è quello di creare una specie di bolla, che comprende studenti e docenti.

Per gli alunni test salivari all'ingresso

Per effettuare i test il ministero sta pensando di chiedere aiuto all’esercito e ai volontari della Protezione civile: potrebbero essere impiegati all’ingresso degli istituti. Non si parla, però, almeno per il momento, di tamponi classici, attraverso il naso, ma di test salivari, ritenuti meno invadenti e più adatti ai bambini. A disposizione ci sarebbero già due milioni di kit e reperirne altri non dovrebbe essere un problema. Come ha ricordato il ministro Bianchi, il decreto Sostegni ha stanziato 150 milioni per la sicurezza delle scuole durante l’emergenza Covid: “Abbiamo stanziato le necessarie risorse per l’acquisto di ulteriori dispositivi di protezione e materiale per l’igiene individuale e degli ambienti, per la predisposizione di presidi medico-sanitari di supporto all’attività di somministrazione di test diagnostici alla popolazione scolastica e all’espletamento del contact tracing per il più efficace e tempestivo raccordo con i dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie locali”.

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