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Il governo vuole far pagare il canone Rai con la bolletta del cellulare

Per ridurre il canone Rai il governo pensa a nuove soluzioni, come la possibilità di legarlo all’utenza telefonica: chiunque abbia un numero di cellulare, in questo caso, dovrebbe pagare la tassa per finanziare la radiotelevisione pubblica.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo ha in mente una riforma del canone Rai, ma la direzione ancora non è chiara. Tanto che la tassa per finanziare la radiotelevisione pubblica italiana potrebbe finire sull'utenza telefonica mobile: insomma, quando faremo la ricarica del cellulare, dovremo stare attenti al fatto che verranno scalati anche i soldi del canone. Il ministro Giorgetti, in commissione di Vigilanza, ha parlato di una "pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio". Da tempo la Lega, partito a cui appartiene il ministro dell'Economia, promette di abolirlo o azzerarlo nell'arco dei prossimi cinque anni. Al di là dei proclami da campagna elettorale, però, è stato chiaro fin da subito che le cose non erano poi così semplici. Tanto che i nuovi vertici Rai, scelti dal centrodestra, hanno chiesto di non cancellare il canone.

Nel breve periodo, ha spiegato ancora Giorgetti, "l'ipotesi potrebbe essere scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva". Parliamo di circa 300 milioni all'anno, che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo in questo modo il canone di abbonamento. Non è chiaro, però, di quali cifre stiamo parlando.

Poi il ministro dell'Economia ha paventato l'ipotesi del canone Rai sul cellulare: "Nel medio periodo va aperta una riflessione sul pagamento del canone, attualmente legato al presunto possesso di un apparecchio televisivo – ha sottolineato Giorgetti – Ma le nuove modalità di sviluppo e di fruizione, come dimostra Raiplay, consentono di fruire dei contenuti Rai usando vari device". E qui ha annunciato: "Qualora il presupposto diventasse il possesso di un'utenza telefonica mobile, si avrebbe un aumento della platea e quindi una riduzione del costo pro capite del canone. Oggi sono 21 milioni i cittadini che lo pagano, mentre le utenze telefoniche attive sono 107 milioni". Insomma, diventerebbe una sorta di tassa sul numero di cellulare.

È lo stesso Giorgetti a riconoscere alcuni "problemi di applicazione", soprattutto nel "calcolo di utenze per nucleo familiare". Andrebbe perciò individuato "un tetto massimo per evitare il pagamento di una somma più elevata". Il ministro dell'Economia ha anche parlato vagamente di "altri meccanismi" che potrebbero essere individuati da qui al rinnovo della concessione: "In ogni caso – ha concluso – ogni ipotesi di revisione deve prendere le mosse da una chiara definizione degli oneri del servizio pubblico, dalla garanzia della sostenibilità degli investimenti, da un'attenta revisione delle dinamiche di spesa dell'azienda".

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