Il Comitato tecnico scientifico dice che la chiusura per zone e i vaccini funzionano
Il parere del Comitato tecnico scientifico sull'andamento della pandemia di Covid-19 in Italia è apparentemente positivo, nonostante le difficoltà con la campagna di vaccinazione, che continua a proseguire a rilento, e le varianti del virus che circolano sempre più rapidamente, con tanto di zone rosse, arancione rafforzato e arancione scuro sparse a macchia di leopardo in giro per l'Italia. Luca Richeldi, membro del Cts e pneumologo del policlinico Gemelli di Roma, ha spiegato in un'intervista al Corriere della Sera che l'obiettivo primario è "azzerare le vittime", per dare "la spinta per continuare a mantenere le misure di sicurezza". Il medico ha detto che "stiamo attraversando una fase difficile, però abbiamo visto che la modulazione delle zone colorate funziona e anche i vaccini".
Insomma, le misure messe in campo funzionano bene, secondo Richeldi. "Da qualche settimana la circolazione del virus è molto sostenuta", e la responsabilità "è delle varianti". Le vittime sono "ancora troppe", ma il dato "è stabile" e non peggiora e questo "è un segnale positivo", ha spiegato il medico. "È un grande conforto che diminuiscano i casi negli ultra 80enni, è l’effetto delle vaccinazioni". Il rischio, secondo Richeldi, è rappresentato dalla "stanchezza degli italiani nel sopportare una situazione così difficile". Il medico segnala "l’involontaria tendenza ad abbassare la guardia, a non indossare correttamente le mascherine, ad invitare a casa gli amici". C’è il rischio "di dimenticare, trascinati dallo sconforto di non vedere ancora la fine".
Sulla chiusura di alcune attività e la riapertura di altre, Richeldi ha spiegato che "avremmo pagato cara la riapertura di molte attività, come ad esempio lo sci". Mentre per lo pneumologo del Gemelli "i teatri sono un'altra questione, simbolo di cultura, luoghi di alto valore sociale". Sul piano morale "la ripresa degli spettacoli teatrali è importante". Sulla questione vaccini, il membro del Cts è chiaro: "Non credo sia saggio imboccare la strada di inoculare solo la prima dose, tanto più che tra marzo e aprile potremo contare su forniture più solide". Su Sputnik i dati "sono promettenti ma insufficienti". Prima deve approvarlo l'Ema, poi si vedrà.