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Il caso Paragon non interessa in Italia, ma fa scandalo in Europa: il dibattito al Parlamento

Il caso Paragon approda all’Europarlamento. Dopo lo scandalo Pegasus, un’altra vicenda di spionaggio che riguarda da vicino l’Italia, dove i giornalisti di Fanpage.it Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino sono stati intercettati senza sapere da chi e perché, scuote l’Europa.
A cura di Giulia Casula
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Il caso Paragon approda all'Europarlamento. Il dibattito, incentrato sulle raccomandazioni contro l'uso illegale di spyware, ha fatto il punto dopo due anni dalle indagini della Commissione sullo scandalo Pegasus, lo spyware usato da diversi governi dell'Ue contro giornalisti, politici, funzionari e altre personalità pubbliche.

Al termine dei lavori svolti da un'apposita commissione d'inchiesta, le istituzioni europee avevano redatto una serie di raccomandazioni che tuttavia, sono rimaste sulla carta. Oggi un nuovo caso di spionaggio ai danni di giornalisti e attivisti scuote l'Europa e riguarda da vicino l'Italia, dove due giornalisti di Fanpage.it, Francesco Cancellato e Ciro Pellegrino sono stati intercettati tramite Graphite, il software sviluppato dall'azienda israeliana Paragon.

Sulla vicenda ha indagato il Copasir, che tuttavia non è riuscito a chiarire che cosa sia successo davvero. Il Comitato infatti, ha escluso il coinvolgimento dei servizi italiani nello spionaggio contro Cancellato e Pellegrino, ma non ha saputo dire chi ha autorizzato l'operazione e tantomeno, per quali ragioni.

"La Commissione condanna fermamente qualsiasi accesso illegale alle comunicazioni interpersonali e ad altri dati. Qualsiasi accesso illegale ai dati dei nostri cittadini, inclusi giornalisti e oppositori politici, e' inaccettabile: mina i nostri valori europei fondamentali, come il diritto alla privacy e alla protezione dei dati", ha dichiarato la vicepresidente della Commissione europea per la Sovranità tecnologica, Henna Virkkunen, parlando alla plenaria. "La Commissione sta esaminando l'uso illegale dello spyware da diverse prospettive del diritto dell'Ue. È importante affrontare il fenomeno dello spyware in modo olistico, perché pone sfide sotto molti aspetti", ha aggiunto.

La Commissione "non ha ancora proposto una normativa vincolante contro l'abuso degli spyware né pubblicato la comunicazione promessa. Lo faccia ora. Perché c'è un nuovo caso che scuote l'Europa: lo spywareParagon Graphite. Secondo Meta, 17 Paesi europei coinvolti, 61 utenze infettate, di cui 7 italiane. Apple parla di 150 Paesi nel mondo", ha spiegato Sandro Ruotolo, europarlamentare del Partito democratico, durante il suo intervento. "Faccio appello a chi ha ricevuto notifiche da Apple e Meta: uscite allo scoperto. Aiutateci. Dobbiamo proteggere giornalisti, oppositori e attivisti dallo spionaggio illegale. Spiati da un software israeliano, finanziato da fondi americani. Citizen Lab – ha aggiunto Ruotolo – conferma che almeno due giornalisti italiani e uno europeo sono stati spiati. La Commissione ha risposto alla mia interrogazione dicendo che l'uso illegale di spyware è inaccettabile. Ma servono azioni concrete. Il 30 maggio, con i gruppi S&D e Verdi, siamo stati a Roma e abbiamo parlato con le vittime. Questo caso non è solo italiano. È europeo. Non c'è democrazia senza libertà di stampa".

L'europarlamentare Hannes Heide (S&D) ha sottolineato che la vicenda paragon dimostrerebbe che non si tratta di casi isolati. "La Commissione europea è in default, deve agire. La sicurezza nazionale non può essere usata come scusa per minare la democrazia, spiare giornalisti e attivisti . Servono standard minimi comuni per l'uso di spyware", ha auspicato.

Solidarietà ai giornalisti e appelli alle istituzioni ue perché intervengano attivamente sono arrivati da più eurodeputati, tra cui Saskia Bricmon, dei Verdi. "Commissaria, grazie per aver ammesso che la Commissione non ha fatto nulla dopo il caso Pegasus. Nulla ha fatto contro il governo italiano che avrebbe spiato operatori umanitari e giornalisti italiani. Sinora non è arrivata alcuna contestazione da parte della Commissione", ha detto l'eurodeputato di Avs, Leoluca Orlando, rivolgendosi a alla vicepresidente Virkkunen.

L'eurodeputato di FdI Cavedagna dice che il governo Conte ha spiato i giornalisti

"Oggi porto un fatto grave che mette in luce l'incoerenza della sinistra europea. Mi riferisco al caso Paragon", ha esordito l'eurodeputato di Fratelli d'Italia, membro di Ecr, Stefano Cavedagna. "Una tempesta mediatica ad hoc contro il governo dopo la scoperta dell'uso dello spyware Paragon, eventualmente contro giornalisti e attivisti. Per settimane il governo Meloni è stato accusato di violare diritti fondamentali. Quello che abbiamo sempre detto è aspettiamo che si pronunci il Copasir", ha proseguito. Alla fine ha detto che non c'è stata nessun'iniziativa da parte del governo Meloni e che invece, se ci sono state iniziative contro i giornalisti, queste sono state tenute dal governi precedente, di Giuseppe Conte, gestito dal M5s e dal Partito democratico. Gli oscurantisti sono altri". Le accuse di Cavedagna tuttavia, risultano infondate. Il rapporto del Copasir infatti, spiega che solo le operazioni di intercettazione nei confronti degli attivisti di Mediterranea sono state autorizzate dal governo Conte (e comunque proseguite durante gli esecutivi Draghi e Meloni), non quelle contro Fanpage, i cui mandatari restano ancora ignoti.

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