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Ho visto lo spot contro l’eutanasia di Pro Vita: vi spiego perché è un orrore

Il video di Pro Vita contro l’eutanasia si è rivelato un clamoroso buco nell’acqua. Sotto al video sono infatti spuntati decine di commenti di persone che hanno deciso di condividere la loro storia di sofferenza familiare a cui hanno dovuto assistere inermi. Figli che hanno assistito all’agonia del padre, della madre, altri raccontano dei propri nonni. Agonie lunghe mesi, con i loro familiari che supplicavano un’interruzione della sofferenza che non potevano concedergli, perché ancora – purtroppo – una legge sull’eutanasia in Italia non esiste.
A cura di Saverio Tommasi
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In queste ore sta circolando un video di Pro Vita e Famiglia Onlus, un’associazione di quella galassia ultra cattolica contraria a tutti i diritti civili acquisiti, come le unioni civili, il biotestamento o nel futuro una possibile legge che regoli l’eutanasia anche in Italia.

In particolare il video di Pro Vita (lo trovate più in basso, in questo articolo) è un attacco feroce all’idea di eutanasia, attraverso però la parificazione di sofferenze non paragonabili. Il video di Pro Vita e Famiglia Onlus presenta infatti l’eutanasia come un fatto possibile, quasi consequenziale, una volta diventata legge, per il ragazzo vittima di bullismo, per la donna lasciata dal compagno o per l’uomo che ha perso il lavoro; o anche per la nonna a cui è appena stato diagnosticato un tumore. Tra l’altro lasciando sottintesa l’idea che l’eutanasia possa essere scelta da qualcuno che non sia la persona direttamente interessata, perché nel video si pone più volte allo spettatore la domanda “e se fosse tua madre?” “e se fosse tua nonna?” “e se fosse tuo figlio?”.

Cerchiamo dunque di fare un po’ di chiarezza: i termini per la scelta dell’eutanasia, nei Paesi dove questa è legale, non permettono né al ragazzo vittima di bullismo, né a chi è lasciato dal compagno/a o ha perso il lavoro, di accedervi. I termini per chiedere l’eutanasia sono sempre molto stringenti, e possono essere riassunti nello stato vegetativo (dunque la richiesta deve essere stata precedente), oppure in situazioni di sofferenza fisica prolungata unitamente all’impossibilità di una cura.

Quello che fa il video di Pro Vita è alimentare la paura della morte, più che il rispetto della vita, come se ci fosse qualcuno che legalmente potesse strappare la vita alle persone una volta che l'eutanasia diventasse legge. La differenza con la realtà è notevole, e giova ricordarla: l’eutanasia è un atto di rispetto nei confronti delle persone che la scelgono. Significa rispettare la loro vita fino in fondo. Significa aiutarle, dietro loro specifica e chiara richiesta, a smettere di soffrire.

Le risposte più chiare al video di Pro Vita contro l’eutanasia stanno giungendo dai commenti sotto al video stesso. Centinaia di persone stanno rispondendo riportando un pezzetto della loro storia, ad esempio raccontando le situazioni in cui hanno incrociato la sofferenza indicibile nei corpi dei loro padri, delle loro madri, mariti, nonni.

In quei commenti sotto al video si racconta lo strazio delle urla, le richieste che i familiari non potevano esaudire, i capelli che si strappavano dal dolore; in quei commenti si racconta di vite che non erano più vite, ma che per legge medievale non potevano essere interrotte, neanche con la richiesta del paziente. Ci sono anche casi di medici che decidono, nel rispetto e nel silenzio, di aiutare la scelta finale dei pazienti e dei loro familiari, ma se venissero scoperti i rischi legali per loro sarebbero altissimi. Lo fanno come altissimo gesto d’amore, ma certe questioni non possono essere lasciate al buon cuore e al rischio.

Una legge che regolamenti l’eutanasia, anche in Italia, deve essere dunque promulgata. Ero già convinto, ma la conferma mi è arrivata leggendo tutti quei commenti, sotto al video spot, con tutte quelle storie familiari. Anche per questo ho deciso di leggere, anche io in video, alcuni di quei commenti, perché le riflessioni e la consapevolezza possono partire solo dalla conoscenza allargata, non certamente da uno “spot”.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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