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Covid 19

Green pass, Anelli (Fnomceo) a Fanpage.it: “Deve durare 12 mesi per tutti, guariti e vaccinati”

Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), spiega a Fanpage.it perché la validità del green pass andrebbe estesa fino a un anno, non solo per i vaccinati, ma anche per i guariti: “Se il ministero dice che il richiamo si può fare fino a 12 mesi dalla guarigione, anche il green pass deve essere portato a 12 mesi. Sicuramente la dose di richiamo per i guariti non fa male”.
A cura di Annalisa Cangemi
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La durata del green pass potrebbe essere estesa a breve. Manca solo il parere tecnico del Cts, atteso per questo venerdì. Poi il governo farà le sue valutazioni e deciderà se portare la validità della certificazione verde, rilasciata a chi si vaccina, dagli attuali 9 mesi a un anno. Per il momento però l'ipotesi di prolungare anche il green pass per i guariti non è sul tavolo: chi ha superato la malattia ottiene un pass, valido dal giorno del tampone negativo che attesta la guarigione dal virus, della durata di sei mesi. Scaduto questo documento si dovrà prima ricevere una dose di vaccino per ottenere un nuovo pass. Ma il ministero della Salute ha stabilito che per la somministrazione i guariti possono aspettare fino a 12 mesi dal tampone negativo. Perché dunque ci si può vaccinare entro 12 mesi, ma nel frattempo il green pass non viene prolungato? Sembrerebbe un controsenso.

Il medico Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (Fnomceo), contattato da Fanpage.it, spiega che la durata del green pass può essere estesa un anno, per tutti: "Il green pass, su nostra richiesta, è stato già esteso a 9 mesi. Oggi noi ci rendiamo conto che la protezione che il vaccino dà ai cittadini è sicuramente più duratura. Quindi un'ulteriore estensione a 12 mesi è sicuramente giustificata. Sappiamo che il vaccino dà una copertura del 90%. Ci sono naturalmente casi di persone che non hanno risposto al vaccino, ci sono gli immunodepressi. Ma non c'è alcun dubbio sull'efficacia della risposta immunitaria, tant'è che oggi i ricoverati sono quelli che non sono vaccinati. Sono passati 7 mesi dai primi vaccinati, ora possiamo sicuramente fare una previsione di un'immunità vaccinale che duri più a lungo nel tempo".

Non è ancora chiaro se siamo in presenza di un'immunità permanente, così come succede per il morbillo o per altre malattie virali, o se, come avviene per l'epatite B, serva fare un ulteriore richiamo, per rafforzare l'immunità. "Non abbiamo degli studi scientifici che rispondano a questa domanda, sono solo previsioni", precisa Anelli. "Il governo potrebbe dire che il green pass dura per sempre, finché non ci saranno studi che dimostrano il contrario. Oppure può portarlo a 12 mesi, e se gli studi e l'andamento della pandemia consentiranno di allungarlo potrà estendere la durata. Sono diverse strategie di gestione, è stato scelto un atteggiamento prudenziale, comprensibile e condivisibile".

E i guariti dal Covid?

"Il green pass per i guariti andrebbe sicuramente esteso. Se il ministero dice che il richiamo si può fare fino a 12 mesi dalla guarigione, anche il green pass deve essere portato a 12 mesi, c'è un'incongruenza", ci dice ancora Anelli. "Se consenti di poter posticipare la vaccinazione devi consentire anche di prolungare la certificazione verde, le due cose vanno insieme. Visto che devono fare una modifica legislativa la facciano per tutti, per vaccinati e guariti".

La comunità scientifica è però divisa e non tutti sono d'accordo sulla durata del pass. Per quanto riguarda i guariti l'immunologo clinico e allergologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina Personalizzata, ha detto oggi che è sbagliato pensare di portare la durata del pass a un anno, perché una persona guarita dal Covid potrebbe essere protetta anche più a lungo: "Faccio l'esempio di un paziente che è guarito e ha fatto già una dose di vaccino dopo una malattia quasi asintomatica. Oggi ha 72mila anticorpi IgG anti-Covid. Come si fa quindi a generalizzare la durata del Green pass? Se questa persona dovesse farsi anche la seconda dose rischia anche reazioni importanti". Secondo l'esperto andrebbe valutata la durata del green pass caso per caso, valutando la durata degli anticorpi.

Una posizione condivisa anche dal professor Massimo Galli, il quale ha detto che somministrare la dose di vaccino a chi è guarito dal Covid può essere inutile. Anzi il professore del dipartimento di Malattie infettive del Sacco in più di un'occasione ha ribadito che l'inoculazione di una seconda dose a chi si è già ammalato può comportare anche rischi per la salute. Esistono poi degli studi – uno pubblicato su Nature, coordinato dall'Università di Washington, uno condotto dal gruppo di Andrea Crisanti dell'Università di Padova in collaborazione con l'Imperial College di Londra – che hanno dimostrato che l'immunità naturale per i guariti è di lunga durata.

Secondo Filippo Anelli "Ad oggi, per ragioni di prudenza, conviene che anche un guarito riceva una dose di vaccino, anzi di richiamo, visto che chi si è ammalato ha già gli anticorpi. Questi hanno una loro vita media, dopo sei mesi decadono. Parliamo infatti di immunità cellulo-mediata, cioè quella che contiene la memoria, che consente di rispondere al meglio a un nuovo contatto con il virus", spiega.

"Sicuramente la dose di richiamo per un guarito non fa male, aumenta soltanto il numero degli anticorpi in circolo. Man mano che i dati arrivano si può valutare se la posizione assunta dal Cts può essere modificata. In linea generale si può dire che chi contrae una malattia è immune, è sempre stato così nella storia della medicina. Se il meccanismo è valido per gli altri virus non vedo perché non dovrebbe essere valido anche per il Covid. La prescrizione degli scienziati, che raccomandano una dose di richiamo ai guariti, è più prudenziale che scientifica". 

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