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Glovo compra Foodora e duemila rider perdono il lavoro

Nel giro di qualche mese la piattaforma digitale per il food delivery Glovo incorporerà la sua avversaria Foodora. Con questo, perderanno il lavoro due mila ciclofattorini. Glovo infatti non è obbligato a portare avanti gli accordi con i riders, in quanto considerati lavoratori autonomi e non parte dell’organico aziendale.
A cura di Chiara Caraboni
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L’acquisto di Foodora da parte di Glovo è in corso d’opera e significherà circa 2 mila licenziamenti. La multinazionale spagnola che spedisce in giro per le città d'Italia i suoi fattorini con lo zaino giallo, Glovo, sta completando le trattative per acquistare l’azienda spagnola dai borsoni rosa. Stiamo parlando di due delle piattaforme più utilizzate per il food delivery, le consegne a domicilio, che offrono servizi di intermediazione connettendo il consumatore, il ristorante e il rider.

Dovrebbero passare alcuni mesi prima che i due colossi della gig economy si uniscano. Quello che non è previsto è che Glovo confermi anche i riders. Anzi, è molto probabile che sulle strade italiane verrano a mancare due mila fattorini per via di un "licenziamento" collettivo. Foodora infatti, una volta incorporata da Glovo, chiuderà tutti i contratti esistenti con i suoi fattorini, e non sarà una prerogativa di Glovo riconvalidare i posti di lavoro. Anche perché le due multinazionali hanno modi differenti di stilare gli accordi: Foodora riconosce i suoi riders come co.co.co., ovvero collaboratori coordinati e continuativi, e prevede delle retribuzioni fisse che non variano in base al rating, mentre Glovo no. L’applicazione spagnola infatti disciplina delle collaborazioni occasionali con paghe variabili in base ai feedback di ristoranti e clienti. Quindi le tutele che garantiva l’azienda tedesca verrano abbandonate e i ciclofattorini saranno costretti a riconsegnare lo zaino per mettersi alla ricerca di un nuovo lavoro. Chiaramente, non gli sarà impedito di presentarsi ai nuovi “titolari” e tentare di farsi assumere come collaboratori autonomi, ma questo non è scontato che avvenga. E infatti Glovo ha ribadito la possibilità, a Il Fatto Quotidiano, per tutti i riders di potersi presentare per l’impiego anche quando le due società si uniranno: “Foodora rispetterà tutti i contratti in essere dei rider finora in forze continuando le attività. A seguito della chiusura del servizio di Foodora tutti gli ex rider Foodora saranno liberi di candidarsi come glovers, senza nessuna limitazione”.

Tecnicamente però, a livello legale non si può parlare di licenziamento collettivo: di fatto i fattorini non fanno parte dell’organico aziendale dell’applicazione digitale tedesca. A farne parte sono solamente i cinquanta dipendenti che lavorano per Foodora, e loro infatti godranno delle tutele previste dai loro contratti. Sono i ciclofattorini che non potranno nemmeno ricorrere a trattative sindacali e vedranno sfumare il loro lavoro da un giorno all’altro. E sarà così per tutti gli studenti che tentato di coprire le spese con qualche ora da fattorino, e sono il 48% dei rider, ma anche per loro che in questo impiego stanno investendo tutto il loro tempo. Non sono servite quindi le manifestazioni e le richieste continue per farli entrare nelle aziende come subordinati, o per lo meno per riconoscere le garanzie minime. Essendo infatti liberi di scegliere quando lavorare, sono stati fatti entrare dentro la cornice degli autonomi.

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