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Speciale Europa

Gli italiani sono sempre più europeisti, ma chiedono di essere ascoltati di più a Bruxelles

Il 47% degli italiani è sicuro che far parte dell’Unione europea sia un bene per il nostro Paese, uno su tre vuole più decisioni prese al livello comunitario: quasi tutti chiedono che la voce dei cittadini sia più ascoltata a Bruxelles e Strasburgo.
A cura di Giacomo Andreoli
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Gli italiani sono sempre più europeisti, ma vogliono contare maggiormente nelle scelte delle istituzioni comunitarie. Secondo lo speciale Eurobarometro, il maxi-sondaggio realizzato in ognuno dei Paesi membri, pubblicato dalla Commissione europea sul futuro dell'Unione, solo il 14% dei cittadini del nostro Paese ritiene che far parte dell'Europa unita sia un male. Per il 47%, invece, è sicuramente un bene (anche se dicono dovrebbe cambiare), mentre il 38% è su una posizione intermedia. Un italiano su tre, poi, vorrebbe più decisioni prese a livello comunitario rispetto ad oggi: meno sovranità nazionale e maggiore unione politica. E quasi tutti (l'87%) concordano sul fatto che la voce dei cittadini dovrebbe essere maggiormente ascoltata tra Bruxelles e Strasburgo.

In questo senso la piattaforma della Conferenza sul futuro dell’Europa per raccogliere le proposte dei cittadini attira l'attenzione degli italiani, anche se la maggioranza di loro (il 51%) dichiara che sarebbe incoraggiato a parteciparvi se sapesse che questo avrebbe un impatto reale sulle politiche comunitarie.

Che l'euroscetticismo non viva un momento particolarmente florido lo dimostra poi anche la percentuale di italiani che vogliono espressamente meno scelte politiche vincolanti da parte di Commissione, Parlamento e Consiglio per tutto il Continente: circa il 19%, più basso di due punti percentuali rispetto alla media dei Paesi europei, al 21%. Solo il 7% è poi contrario alla stessa idea di Europa. La maggior parte (il 43%) spera invece che almeno si rimanga allo stesso livello di decisioni prese al livello di Unione.

Futuro dell'Europa, per i cittadini serve una politica sanitaria comune

Più nello specifico, poi, il problema più sentito come sfida globale per l'Ue è, sia in Italia (43%), che nel resto del Continente (49%), il cambiamento climatico. Al livello strettamente comunitario, invece, preoccupano le diseguaglianze sociali e la disoccupazione. Quest'ultima, in particolare, è al primo posto per quasi un italiano su due (il 45%). Su un gradino più basso la crescita economica insufficiente (32% contro la media europea del 19%), il problema dei flussi migratori (31% sia in Italia che in Ue) e quello del crescente debito pubblico (intorno al 20%).

Tra gli elementi più utili per il futuro del Continente, quindi, gli intervistati del nostro Paese, dopo la drammatica esperienza del Covid-19, mettono al primo posto una politica sanitaria comune, seguita dalla maggiore integrazione economica, una più forte capacità industriale e l'indipendenza energetica. Priorità diverse rispetto alla media delle risposte delle altre nazioni, in cui prevale l'interesse per livelli di vita mediamente più confortabili.

E ancora: i punti di forza dell'Ue riconosciuti dai cittadini italiani e degli altri Paesi membri sono il rispetto dello Stato di diritto, la democrazia, il potere economico-industriale raggiunto e i buoni rapporti tra i Paesi membri (a evitare nuovi drammatici conflitti interni come nel Novecento).

Europa 2030: si sogna un continente più solidale e ordinato

Infine la previsione sul 2030. A domanda diretta se si preferisce un Continente più individualista o solidale più dell'80% degli europei risponde la seconda. Opinioni spaccate, invece, sulla preferenza tra maggior ordine e più libertà individuali. Tra gli italiani prevalgono le seconde, nel resto d'Europa invece prevale l'idea del rigore istituzionale. Il sondaggio è stato realizzato intervistando 26,530 europei e 1,027 italiani.

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