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Intercettazioni, Meloni dice di avere piena fiducia in Nordio: “L’ho fortemente voluto come ministro”

“Bisogna punire gli abusi, perché usare intercettazioni per interventi politici, giornalistici o giudiziari senza nessuna rilevanza è indegno di un Paese civile”: lo afferma Matteo Salvini, intervenendo nel dibattito sulle intercettazioni.
A cura di Annalisa Girardi
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La riforma della Giustizia, uno dei temi più caldi per la politica da anni ormai, continua ad animare il dibattito tra i partiti. E negli ultimi giorni si è concentrata specialmente sul tema delle intercettazioni, diventato spinoso dopo l'arresto di Matteo Messina Denaro. "La riforma della Giustizia che è una priorità, anche economica, per il Paese deve essere fatta con gli avvocati e i magistrati, non contro nessuno", ha detto oggi il ministro dei Trasporti e leader della Lega, Matteo Salvini, parlando con i giornalisti a margine di una visita a Vigevano.

E ancora: "Non voglio tornare allo scontro fra politica e magistratura, fra poteri dello Stato perché non si va da nessuna parte". Sulle intercettazioni il vicepresidente del Consiglio ha poi puntualizzato: "Bisogna punire gli abusi, perché usare intercettazioni per interventi politici, giornalistici o giudiziari senza nessuna rilevanza è indegno di un Paese civile. Leggere sui giornali gli estratti conto di qualcuno o intercettazioni private senza nessuna rilevanza penale è vergognoso e quindi chi lo fa, chi le fa uscire e chi le pubblica deve essere punito".

Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sostiene proprio che l'utilizzo delle intercettazioni vada fortemente limitato. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, però, dopo la cattura di Messina Denaro, aveva messo dei paletti sottolineando che le intercettazioni fossero uno strumento fondamentale ella lotta alla mafia. Dichiarazioni che avevano portato nuovamente il Guardasigilli a intervenire, per ribadire che per i reati gravi, come appunto quelli di mafia, non saranno toccate. Ma, ha anche aggiunto Nordio, bisogna comunque mettere a freno gli abusi.

"Non ho mai minimamente pensato a dimettermi. In primo luogo perché con la premier siamo in perfetta sintonia. Poi perché le critiche, soprattutto quelle espresse in modo scomposto ed eccentrico, sono uno stimolo a proseguire. Ed infine perché la mia risoluzione sulla giustizia è passata con 100 voti contro 50 al Senato, e con la stessa percentuale alla Camera, con una standing ovation anche da una parte dell' opposizione. Le voci sulle nostre divisioni interne sono manifestamente smentite dai voti", ha anche assicurato Nordio, smentendo la frattura all'interno della maggioranza. Il dibattito sulle intercettazioni, però, prosegue.

E nel frattempo è anche arrivata una nota di Palazzo Chigi. Che afferma: "Dopo le notizie infondate circa le presunte divisioni tra il presidente del Consiglio e il ministro Giorgietti, tra il presidente del Consiglio e il ministro Piantedosi, oggi è la volta del ministro Nordio. Spiace deludere, ma il clima nel Cdm è ottimo e tutti i ministri lavorano in piena sinergia con palazzo Chigi".

E ancora: "Nello specifico, il presidente Meloni ribadisce la sua piena fiducia nel Guardasigilli, che ha fortemente voluto a Via Arenula e con il quale mantiene contatti quotidiani. In questo quadro, il presidente Meloni e il ministro Nordio si incontreranno in settimana per definire il cronoprogramma delle iniziative necessarie a migliorare lo stato della giustizia italiana. Il Governo è determinato, infatti, a portare avanti e ad attuare il programma di coalizione votato dai cittadini per dare all'Italia una giustizia giusta, veloce e vicina a cittadini e imprese".

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