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False le firme a sostegno di Formigoni per le Regionali del 2010

Il Tribunale Civile di Milano ha depositato il dispositivo della sentenza che dichiara false 723 firme prodotte a sostegno della lista dell’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni in occasione delle elezioni del 2010. I radicali Cappato e Lipparini: “Italia il Paese dell’impunità e antidemocrazia”.
A cura di Susanna Picone
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Il Tribunale Civile di Milano ha depositato il dispositivo della sentenza che dichiara false 723 firme prodotte a sostegno della lista dell’ex governatore della Lombardia Roberto Formigoni in occasione delle elezioni del 2010. I radicali Cappato e Lipparini: “Italia il Paese dell’impunità e antidemocrazia”.

Il Tribunale Civile di Milano ha depositato oggi il dispositivo della sentenza secondo cui erano false 723 firme prodotte a sostegno della Lista Formigoni in occasione delle elezioni regionali in Lombardia nel 2010. I giudici milanesi hanno condannato le controparti dei querelanti a pagare ai radicali Marco Cappato e Lorenzo Lipparini – che hanno intentato la causa contro la truffa – le spese processuali, liquidate in 15.000 euro, oltre accessori di legge. In base a quanto dichiarato si parla di un numero di firme false tali da invalidare la presentazione nel 2010 della lista che sosteneva la candidatura dell’ex governatore Roberto Formigoni. “La decisione da un lato ci conforta – hanno fatto sapere gli avvocati che hanno assistito i radicali – ma per altro verso giunge quando ormai il Consiglio Regionale, abusivamente eletto grazie a operazione manipolativa, è stato sostituito da nuove elezioni”. Se l’accertamento della falsità fosse stato di competenza del Giudice Amministrativo – così gli avvocati – avrebbe potuto sopraggiungere in tempo utile per invalidare le elezioni.

“Colui che avrebbe dovuto andarsene a casa è al Senato” – Anche i due radicali hanno commentato la sentenza del Tribunale Civile di Milano parlando dell’Italia come del “Paese dell’impunità e dell’antidemocrazia”. Questo perché “colui che avrebbe dovuto andarsene a casa, in ragione della truffa elettorale senza la quale non avrebbe nemmeno potuto essere candidato e della diffamazione contro i Radicali, invece che è a casa è al Senato della Repubblica italiana e si appresta a votare il nuovo Capo dello Stato”. Non solo, denunciano i due Radicali, “i suoi soci di menzogne leghisti e pidiellini governano tranquilli la Lombardia”. La speranza di Cappato e Lipparini è che, fanno sapere, “qualcuno dei neoletti Consiglieri regionali chiederà alla Regione se le parcelle degli avvocati difensori esterni della Regione Lombardia siano state pagate dalla Regione, ovvero da noi tutti cittadini contribuenti ed elettori”. Quella Regione Lombardia che, denunciano, tanto ha fatto per tentare di impedire o ritardare l’accertamento della verità.

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