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Errore nella manovra, le offerte di lavoro per chi ha il reddito di cittadinanza resteranno “congrue”

L’emendamento per eliminare la parola “congrua” è stato approvato, ma era scritto male: le offerte di lavoro dovranno ancora essere adatte alle competenze della persona, offrire una paga dignitosa e non essere troppo distanti dalla città di residenza.
A cura di Luca Pons
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Ancora un pasticcio sulla legge di bilancio, questa volta riguardante il reddito di cittadinanza. Per chi riceve il Rdc, le offerte di lavoro dovranno ancora essere "congrue": l'emendamento con cui si voleva cancellare questa parola, infatti, è stato scritto male.

Nella sua prima manovra, il governo Meloni è intervenuto molto duramente contro il Rdc: sarà eliminato dal 2024, e l'anno prossimo gli ‘occupabili' potranno riceverlo solo per 7 mesi, in pratica fino a luglio. In più, chi rifiuta anche una sola offerta di lavoro congrua (cioè coerente con le proprie competenze, pagata dignitosamente e situata entro 80 chilometri dalla propria abitazione) perderà l'accesso al reddito.

Con una serie di emendamenti, il governo ha tentato di eliminare la parola "congrua" dal testo. In questo modo, i percettori del reddito di cittadinanza avrebbero dovuto accettare qualunque offerta di lavoro, a prescindere dal tipo di lavoro, dalle condizioni economiche e dalla distanza. Ma le cose non sono andate così.

A notare il problema è stata la deputata del Partito democratico Cecilia Maria Guerra, ex sottosegretaria all'Economia. L'emendamento ha eliminato la parola "congrua", ma continua comunque a fare riferimento a un decreto in cui sono scritte tutte le caratteristiche che deve avere un'offerta di lavoro: una certa distanza dal luogo di residenza, una retribuzione dignitosa e una coerenza con le competenze del soggetto. In pratica, si è eliminata la parola, ma non tutto quello che c'è sotto.

"L'emendamento, approvato in commissione, elimina la parola congrua e crede così di aver obbligato il percettore ad accettare una qualsiasi offerta di lavoro", ha spiegato Guerra a Repubblica, "ma non è così. La norma modificata costringe il lavoratore ad accettare “la prima offerta ai sensi dell’articolo 4, comma 8, lettera b), numero 5)” del decreto legislativo che disciplina il reddito di cittadinanza, che rinvia a sua volta al decreto legislativo di attuazione del Jobs act, che definisce appunto l’offerta congrua".

Anche il Servizio Bilancio della Camera ha confermato: "Non viene eliminato il rinvio" alla norma in questione. Quindi, sparita la singola parola, resta la sostanza. Non ci sarà l'obbligo di accettare qualunque offerta arrivi.

Il governo ha già annunciato che intende continuare a modificare il reddito di cittadinanza, già a gennaio. "Spero che nella seconda metà del mese di gennaio potremo portare a casa questo decreto che toccherà anche il reddito di cittadinanza", ha detto a Radio24 Claudio Durigon, sottosegretario al Lavoro. "L’offerta congrua che abbiamo in mente prevede che qualsiasi persona, anche laureata, se gli offrono un posto anche di cameriere, casomai vicino casa, è giusto che la accetti".

Per quanto riguarda la ‘congruità' delle offerte di lavoro, Durigon ha specificato che anche dopo le modifiche volute dal governo resterebbe il criterio della territorialità, cioè della relativa vicinanza a casa. "Anche perché una persona non può andare a Trieste per due giorni se è di Napoli, tranquillizzerei Conte". Il presidente del Movimento 5 stelle aveva definito la scelta di eliminare l'offerta congrua come "follia pura. Un ingegnere che ha lavorato per anni per un riscatto sociale dovrà andare a fare il lavapiatti da tutt’altra parte dell’Italia".

Guerra ha fatto un'ulteriore precisazione: non è vero che perderanno il Rdc solo gli ‘occupabili' che non lavorano. "Lo perderanno i nuclei che non hanno al loro interno un anziano ultrasessantenne, un disabile o un minore. Gli altri, anche se lavorano, ma guadagnano troppo poco, senza quelle condizioni lo perderanno", ha sottolineato la deputata.

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