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Elezioni, Salvini apre alla proposta di Zingaretti: “Seggi fuori dalle scuole? Basta che si voti”

Sull’idea di allestire i seggi in luoghi diversi dalle scuole è possibilista il segretario della Lega Matteo Salvini: “Basta non venga sottratto agli italiani il diritto di voto, il diritto di scegliere i propri amministratori e spero presto i propri parlamentari. Se poi si vota a scuola o in giardino per me poco cambia, non vorrei fosse l’ennesimo alibi”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sulle elezioni regionali, per le quali è stata stabilitala data del 20 settembre, è possibilista anche il segretario della Lega Matteo Salvini, purché si voti fuori dalle scuole, per non compromettere l'avvio dell'anno scolastico: "Votare in luoghi alternativi alle scuole? Basta non venga sottratto agli italiani il diritto di voto, il diritto di scegliere i propri amministratori e spero presto i propri parlamentari. Se poi si vota a scuola o in giardino per me poco cambia, non vorrei fosse l'ennesimo alibi", ha detto il leader della Lega, in conferenza stampa a Vicenza, commentando la proposta del segretario del Pd, Nicola Zingaretti, che vorrebbe un election day in luoghi diversi dalle scuole, come palestre o caserme, appunto per non interrompere le lezioni, dato che gli studenti e il personale scolastico sono stati già penalizzati da un lungo stop.

Il ministero dell'Istruzione pensa a una riapertura delle scuole il 14 settembre, ma al momento non c'è nulla di ufficiale. Il ministero ha invece smentito la data del 23, circolata qualche giorno fa. Le elezioni si terranno probabilmente il prossimo 20 e 21 settembre, con i ballottaggi previsti per il 4 ottobre.

Il segretario del Partito Democratico Zingaretti ha lanciato un appello al governo. "Viste le scelte di carattere elettorale, sarebbe bene uno sforzo, da parte del governo, affinché i seggi siano in luoghi separati dalle scuole, come ad esempio le palestre", ha detto. "Concordando la questione con sindaci e prefetture – ha proseguito il leader dem – i seggi potrebbero essere allestiti in altri luoghi pubblici, così da evitare di interrompere l'anno scolastico". L'idea è stata accolta anche dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte: "Le elezioni non nelle scuole? Quella del Pd è una buona idea. Con il ministro Lamorgese cercheremo di trovare delle soluzioni alternative". Il Viminale sta infatti vagliando tutte le possibilità, ed è già al lavoro per individuare i luoghi possibili per il voto.

La Camera ieri pomeriggio ha approvato il decreto che fissa in autunno le elezioni regionali, comunali e il referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari. I sì sono stati 257, i no 203, 3 gli astenuti. Ora decreto passa al Senato, e dovrà essere votato entro sabato prossimo, pena la decadenza. Nel provvedimento non viene esplicitata una data precisa del voto, ma viene indicata una finestra che va dal 15 settembre al 15 dicembre. Attraverso un emendamento di Forza Italia, approvato durante l'esame in Aula con l'astensione della Lega e il solo voto contrario di FdI, viene fatta slittare la finestra elettorale per le Regionali, che partirà dal 15 settembre. Quindi la prima domenica utile per votare in Veneto, Liguria, Marche, Toscana, Campania e Puglia sarà il 20 settembre, la stessa data su cui convergono governo e maggioranza per far svolgere l'election day. Il decreto prevede che le urne restino aperte anche il lunedì, fino alle 15, per limitare al minimo il pericolo di assembramenti.

Ma le Regioni avrebbero voluto che si andasse alle urne in estate, già a fine luglio o al più tardi il 6 settembre. Scintille anche tra maggioranza e centrodestra, che aveva chiesto invece lo slittamento del voto a fine settembre, o a ottobre. Per quanto riguarda il referendum confermativo sulla riduzione del numero dei parlamentari, il Comitato promotore si è detto contrario all'election day.

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