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Elezioni politiche 2018

Elezioni, cos’è il tagliando antifrode e perché stavolta non metteremo la scheda nell’urna

Domenica 4 marzo si voterà con una novità per tutti gli elettori: il tagliando antifrode. Si tratta di un piccolo bollino applicato sulla scheda elettorale che dovrà essere staccato dopo il voto. A cosa serve, cosa cambia per l’elettore e perché stavolta non saremo noi a depositare la scheda nell’urna.
A cura di Stefano Rizzuti
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La nuova legge elettorale, il Rosatellum bis, con cui si voterà domenica 4 marzo alle elezioni politiche, presenta una novità per tutti gli elettori che andranno a esprimere la loro preferenza alle urne. Parliamo del tagliando antifrode, un tagliando rimovibile dotato di un codice progressivo alfanumerico. Questo tagliando viene applicato su tutte le schede da presidente di seggio e scrutatori prima del voto: l’elettore, una volta espresso il suo voto, non dovrà inserire la scheda nell’urna ma dovrà riconsegnarla al seggio, dopo averla piegata. Il presidente dovrà quindi staccare il tagliando, controllare che il numero del tagliando sia lo stesso di quello assegnato al momento della consegna della scheda, e depositarla nell’urna.

Il meccanismo di voto con il tagliando antifrode

Il meccanismo di voto prevede che il tagliando venga quindi staccato dalla scheda in modo da poter controllare il numero progressivo che deve coincidere con quello che il presidente avrà annotato prima della consegna della scheda. Solo a quel punto, una volta staccato il tagliando, il presidente potrà inserire la scheda nell’urna senza il tagliando. Non sarà più l’elettore a eseguire questo gesto.

In sostanza ogni elettore avrà una scheda dotata di un codice che verrà segnato in corrispondenza del nome del votante sulle liste presenti al seggio. Nonostante questo, comunque, l’elettore non sarà in alcun modo identificabile venendo il tagliando staccato dalla scheda su cui è riportato il voto. Il tagliando viene infatti conservato dal seggio in apposite buste.

Tagliando antifrode: vantaggi e rischi

Il tagliando antifrode è stato introdotto con un emendamento votato durante la discussione parlamentare sul Rosatellum bis. A proporlo fu Paolo Coppola, spiegando quali sono i vantaggi del nuovo sistema: “In questo modo si potrà finalmente dire addio alla cosiddetta truffa della ‘scheda ballerina’ che consiste nel comprare il voto dell’elettore consegnandoli una scheda già votata prima dell’entrata nel seggio e chiedendogli di riposare una scheda bianca. Con questa modifica il voto di scambio diventa più difficile”. Secondo Emanuele Fiano (Pd), il tagliando “serve a evitare lo scambio con frode di schede prestampate”.

Questo meccanismo potrebbe avere anche degli svantaggi, soprattutto pratici, durante le operazioni di voto. Il primo rischio è che questa operazione comporti una perdita di tempo nelle operazioni, dovendo il presidente – al termine di ogni singolo voto – ritirare la scheda, staccare il tagliando e depositarlo nell’urna: un procedimento molto più lungo rispetto al passato quando l’elettore doveva semplicemente depositare la scheda. C’è poi un secondo rischio: l’elettore potrebbe dimenticarsi di consegnare la scheda al presidente di seggio depositandola direttamente nell’urna con il bollino ancora attaccato.

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