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Elezioni politiche 2018

Come si vota alle elezioni politiche del 4 marzo

Il 4 marzo 51,2 milioni di elettori saranno chiamati al voto per le elezioni politiche. Con la nuova legge elettorale – il Rosatellum bis – cambiano le modalità di voto: sulla scheda ci saranno il nome del candidato nel collegio uninominale e le liste dei partiti che lo sostengono al plurinominale. Tutti i dettagli e le informazioni per votare correttamente.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il 4 marzo si avvicina e 51,2 milioni di italiani saranno chiamati alle urne per scegliere chi li rappresenterà in Parlamento per la diciottesima legislatura. Il sistema elettorale con cui si voterà il 4 marzo è il Rosatellum bis, una legge che fa il suo esordio alle urne e che prevede l'assegnazione di circa un terzo dei seggi con un sistema maggioritario e dei restanti due terzi con un sistema proporzionale. In questi giorni il ministero dell’Interno ha pubblicato i fac-simili delle schede elettorali di Camera e Senato. Per gli elettori sopra i 25 anni le schede saranno due: una rosa per la Camera e una gialla per il Senato. Per i ragazzi e le ragazze tra i 18 e i 25 anni la scheda sarà solamente quella rosa della Camera. Si voterà domenica 4 marzo, in una sola giornata, dalle 7 alle 23.

Entrambe le schede sono divise in rettangoli: nella parte superiore di ogni rettangolo c’è il nome e il cognome del candidato al collegio uninominale. Nella parte inferiore ci sono le liste (o la lista) che sostengono quel candidato. L’elettore ha a disposizione un’unica scheda per la Camera e un’unica scheda per il Senato. Per la parte del collegio uninominale vota il candidato mentre per la parte del plurinominale trova il simbolo del partito e i singoli candidati di ogni lista che – per entrare in Parlamento – devono superare le soglie di sbarramento. Queste soglie sono del 3% per le liste e del 10% per la coalizione.

Non è possibile ricorrere al voto disgiunto, ovvero non si può votare il candidato di un collegio e una lista che non appoggia quel candidato ma fa parte di un’altra coalizione. Allo stesso modo non è possibile esprimere preferenze, ovvero non si può indicare il nome del candidato preferito delle liste nei collegi plurinominali. Inoltre, per la prima volta, viene applicato sulle schede un tagliando anti-frode con un codice progressivo: dopo il voto dell’elettore il presidente di seggio deve controllare che il codice all’uscita sia lo stesso di quello all’ingresso (ovvero controlla che non ci sia stato uno scambio di schede).

Cosa serve per votare

L’elettore che si reca alle urne deve avere con sé un documento di identità valido (carta d’identità, passaporto o patente) e la tessera elettorale. Deve verificare di avere ancora spazi bianchi sulla tessera, altrimenti deve chiederne una nuova all’ufficio elettorale del comune di residenza. Chi ha cambiato di recente residenza deve verificare se è stato recepito il nuovo indirizzo: in questo caso gli verrà assegnata una nuova sezione, altrimenti voterà nel seggio precedente. Gli uffici elettorali rimarranno aperti dalle 9 alle 18 nei due giorni precedenti al voto e dalle 7 alle 23 per tutta la giornata del 4 marzo.

Come può votare l’elettore

È possibile votare in diversi modi. L’elettore può scegliere di fare un segno solamente sul candidato dell’uninominale. In questo caso il voto va anche alla lista che lo appoggia o alla coalizione. In caso di coalizione il voto viene ripartito tra le liste che la compongono in proporzione.

L’elettore può anche decidere di tracciare un segno solamente sulla lista che compone la coalizione, senza indicare anche una X sul nome del candidato al collegio uninominale. In questo caso il voto va non solo alla singola lista ma anche al candidato del collegio.

Infine, si può decidere di tracciare un segno sia sul candidato nel collegio uninominale sia su una delle liste a lui/lei collegate: l’importante è che la lista scelta faccia parte della stessa coalizione del candidato.

Come non può votare l'elettore

Non è possibile esprimere il voto a un candidato dell’uninominale e a una lista che sostiene un altro candidato, il cosiddetto voto disgiunto. Così facendo il voto viene annullato, così come viene annullato se l’elettore traccia un segno su uno dei nomi presenti nel listino invece che sul simbolo della lista.

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