È polemica per il video di Trump su un accordo segreto con Meloni su dazi e Ucraina. Ma il governo smentisce

È polemica per il video rilanciato da Trump sul presunto accordo segreto Usa-Italia sui dazi per la pasta e sul disimpegno nei confronti dell’Ucraina. Le opposizioni hanno chiesto a Meloni di chiarire cosa ci fosse di vero. Poi sia da Bruxelles e che da Palazzo Chigi è arrivata la smentita: le trattative sui dazi restano di competenza Ue e la Commissione europea lavora a stretto contatto con l’Italia.
A cura di Giulia Casula
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È polemica per il video rilanciato su Truth da Donald Trump che ha come protagonista la premier Giorgia Meloni e un presunto accordo segreto con il governo italiano. Nel filmato si dà conto di una trattativa separata con gli Stati Uniti sui dazi e dell'intenzione dell'Italia di ridimensionare il suo sostegno all'Ucraina. Ipotesi che hanno fatto scattare le opposizioni, che hanno chiesto al governo un chiarimento. Nelle ore successive la smentita è arrivata prima dalla Commissione europea, che ha fatto sapere di collaborare con le autorità italiane sul tema dei dazi, e poi dalla stessa Chigi.

Il caso però ha tenuto banco per l'intera giornata. L'autrice del video è l'attivista Maga Linee Patton che lo ha condiviso sui suoi account. Al centro un presunto accordo riservato tra Usa e Italia sui dazi per la pasta e sul disimpegno nei confronti di Kiev. Il presidente statunitense sembra aver apprezzato il contenuto, tanto da averlo rilanciato sul suo social Truth.

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L'ipotesi di una trattativa separata sulle tariffe che lasciasse fuori il resto dell'Ue e l'idea di venir meno al supporto all'Ucraina, ha generato forti polemiche. Il Partito democratico ha chiesto a Meloni di chiarire la questione e sgomberare il campo da qualsiasi ambiguità.  "È vero che l'Italia si accingerebbe a negoziare direttamente con gli Stati Uniti i dazi per la pasta ed è vero che l'Italia sarebbe interessata a ridimensionare il supporto all'Ucraina?", ha domandato la capogruppo alla Camera Chiara Braga. "Le parole del presidente Trump lasciano poco spazio alle interpretazioni. Perciò Meloni non può far finta di nulla. Deve chiarire da che parte sta l'Italia e se è destinata a essere l'avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l'Unione europea che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà", ha proseguito.

Il post rilanciato da Trump "con cui si annuncia che Meloni starebbe rompendo con l'Ue su dazi e appoggio all'Ucraina – ha affermato il collega Piero de Luca – sono di una gravità inaudita e vanno smentite immediatamente. Si tratta di dichiarazioni clamorose che, se confermate, solleverebbero dubbi enormi sull'operato del nostro governo e sulle politiche economiche che l'Italia sta adottando. È urgente e necessario che la premier chiarisca immediatamente".

Anche la capogruppo di Italia Viva al Senato, Raffaella Paita ha espresso preoccupazione per il contenuto del video: "Giorgia Meloni non vuole evidentemente infastidire il presidente degli Stati Uniti. Ma così si fa un danno all'immagine internazionale dell’Italia. Una presa di posizione di palazzo Chigi è più che mai necessaria". Dura la critica di Peppe De Cristofaro di Alleanza Verdi-Sinistra:"Il governo dei sovranisti è inginocchiato al Presidente Usa", ha dichiarato. Poi l'accusa all'esecutivo di "fare il patriota e lavorare per spaccare l’Unione europea".

Alla fine il chiarimento è arrivato. Bruxelles ha fatto sapere che la Commissione europea "lavora in stretto coordinamento con il governo italiano sul dossier dei dazi, compresi quelli recenti annunciati sulla pasta". Dal canto suo Palazzo Chigi ha ricordato che le trattative sulle tariffe sono materie di competenza Ue e che quindi restano in capo alla Commissione. Per quanto riguarda invece i dazi per alcuni produttori di pasta prospettati dal Dipartimento del Commercio, le fonti spiegano che è stata "da tempo avviata un'interlocuzione bilaterale, che affianca l'azione della Commissione".

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