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Elezione del Presidente della Repubblica 2022

Draghi al Quirinale e l’ipotesi del voto anticipato, cosa pensano i partiti

Giancarlo Giorgetti vorrebbe che Mario Draghi andasse al Quirinale pur mantenendo una sorta di guida del governo. Un’idea che però non convince molto diverse forze politiche, a partire da quelle di centrosinistra, per le quali c’è l’impressione che la Lega voglia spingere per Draghi al Colle in modo da tornare alle urne. Anche in Forza Italia c’è una buona dose di scetticismo: il voto anticipato, si sottolinea, metterebbe a rischio il Pnrr e la ripresa economica.
A cura di Annalisa Girardi
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Giancarlo Giorgetti vorrebbe che Mario Draghi andasse al Quirinale pur mantenendo una sorta di guida del governo. In altre parole, una forma di semi-presidenzialismo che però non convince proprio tutte le forze politiche. Dal Partito democratico tagliano corto affermando che quello sul semi-presidenzialismo è un "dibattito surreale" che "non sta in piedi". Pier Luigi Bersani da parte sua commenta: "Fatevelo di legno il Presidente della Repubblica, visto che della Costituzione non frega niente a nessuno. Faccio gli auguri a Giancarlo Giorgetti che ora ha il problema di rimodulare la Lega. A quelli che hanno giurato sulla Costituzione dico: leggetela".

Ma non è solo il centrosinistra ad essere scettico sull'idea di Giancarlo Giorgetti. In un'intervista con il Corriere della Sera la ministra per il Sud, Mara Carfagna, afferma: "Draghi sarebbe un ottimo capo dello Stato, è ovvio. Ma il semi-presidenzialismo in Italia non c’è: dal Quirinale potrebbe avere un ruolo di indirizzo, non operativo. Da Palazzo Chigi invece potrebbe portarci al 2023, a metà del cammino previsto per ottenere i fondi europei, con le riforme incardinate e il treno sui giusti binari. Questo esecutivo è nato per portare l’Italia fuori dall’emergenza sanitaria e da quella economica: interrompere questo percorso non farebbe bene al Paese". E ancora: "Se Draghi salisse al Colle, un minuto dopo avremmo da risolvere il rebus del governo, con la possibile apertura di una crisi, con maggioranze non scontate, con il rischio di un esecutivo solo elettorale o comunque debole. E se si andasse alle elezioni, in un clima di scontro, che fine farebbero le riforme? Le urne non sono un problema per i partiti, ma per il Paese che sprecherebbe l’opportunità di un nuovo boom economico e sociale".

La questione del voto che si aprirebbe nel caso in cui Draghi si candidasse per la presidenza della Repubblica preoccupa il centrosinistra. Bersani sottolinea: "Se uno vuol tirare giù un governo, c'è la sfiducia in Parlamento. Non si manda qualcuno al Quirinale per andare a votare. Io penso che ci sia qualcuno che vuole andare a votare per sfilarsi". Il leader della Lega, Matteo Salvini, assicura che anche se Draghi accettasse di salire al Colle, questo non significherebbe automaticamente voto anticipato. Un'ipotesi che valuta anche Giuseppe Conte: "Non ci sono preclusioni. Ovviamente, bisogna verificare che ci siamo tutte le condizioni e lo ripeto: questo non significa che un attimo dopo si vada alle elezioni", afferma il presidente del Movimento Cinque Stelle commentando l'ipotesi di Draghi al Quirinale.

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