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“Dopo 132mila morti serve fare tutto il necessario”: Draghi e il “whatever it takes” sulla pandemia

“Dopo aver avuto 132 mila morti io credo che, in coscienza, bisogna fare tutto il possibile e quello che è necessario”: lo ha detto Mario Draghi, rispondendo in Aula ad alcune obiezioni sul Green Pass e rivisitando la celebre espressione del “whatever it takes” che aveva pronunciato alla Bce quando, in piena crisi del debito, aveva avvertito gli speculatori che avrebbe fatto appunto “tutto il necessario” per salvare l’euro.
A cura di Annalisa Girardi
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"Dopo aver avuto 132 mila morti io credo che, in coscienza, bisogna fare tutto il possibile e quello che è necessario": lo ha detto Mario Draghi alla Camera, tornando a pronunciare le parole che lo avevano reso celebre alla Bce, quando in piena crisi del debito aveva avvertito gli speculatori che la Banca centrale avrebbe fatto "whatever it takes", appunto "tutto il necessario" per salvare l'euro. Il presidente del Consiglio lo ha detto durante la sua replica in Aula, rispondendo al deputato Pino Cabra, di Alternativa C'è, che aveva sollevato dubbi sul Green Pass e sulla strategia del governo in questa fase della pandemia. Alle parole di Draghi è scoppiato un lungo applauso.

"Non è solo il passato, ma il presente che ci insegna che questa è la strada giusta. Il Regno Unito, che è tra i Paesi che aveva portato avanti la campagna di vaccinazione con grande celerità, abbandonata ogni cautela oggi si trova di fronte a circa 50 mila contagi giornalieri e 200 morti ieri e 176 oggi. Questo ci insegna anche che non usciremo da questa situazione in un'istante. Anche uscendo dall'emergenza dovremo farlo con gradualità", ha proseguito Draghi.

Per poi aggiungere, rispondendo nel merito sulle nuove regole per la Certificazione Covid: "Infine, l'efficacia delle misure messe in campo: dal decreto che estende l'obbligo di Green Pass a lavoro, le prime dosi di vaccino sono cresciute del 46% rispetto al trend atteso, tra il 16 settembre e il 16 ottobre. Il numero dei decessi poi è caduto del 94%, i ricoveri in terapia intensiva del 95%, le ospedalizzazioni del 92%. Mi pare che ci siano molti fatti che giustificano le scelte politiche fatte".

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