Di quanto aumenta lo stipendio dei metalmeccanici con la firma del nuovo contratto

Sindacati e associazioni datoriali dei metalmeccanici hanno firmato il nuovo contratto collettivo nazionale. Così, più di un milione e mezzo di lavoratrici e lavoratori otterrà aumenti medi da 205,32 euro lordi al mese nei prossimi tre anni. Una parte di questo aumento è già stata erogata a partire da questa estate. Il rinnovo è arrivato dopo un anno e mezzo di trattative, interrotte più volte da diversi scioperi che hanno sostenuto la contrattazione dei sindacati. Alla fine, le sigle sindacali Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm hanno trovato l'accordo i rappresentanti delle aziende Federmeccanica e Assistal, e il contratto scaduto a giugno 2024 è stato aggiornato e sarà valido fino a giugno 2028.
Quanto vale l'aumento di stipendio per i metalmeccanici
Come detto la prima rata degli aumenti, che vale 27,70 euro lordi, è già stata erogata a partire da giugno di quest'anno. La seconda rata vale quasi il doppio, 53,17 euro, e scatterà dal 1° giugno 2026. La terza rata varrà 59,58 euro partirà dal 1° giugno 2027. La quarta e ultima rata varrà 64,87 euro e partirà dal 1° giugno 2028. Si parla sempre di somme lorde e di una media, riferita al livello contrattuale C3: chi ha un contratto migliore riceverà aumenti più sostanziosi, mentre altri otterranno meno.
Nel complesso, gli aumenti di stipendio porteranno a un +9,64% in busta paga. Negli anni da qui al 2028 si prevede che l'inflazione farà salire i prezzi del 7,2%, e questa è una buona notizia per i metalmeccanici: il loro potere d'acquisto aumenterà, recuperando parte di quello che hanno perso negli scorsi anni con i picchi dell'inflazione. Come aggiunta, ci saranno i cosiddetti Flexible benefit, che salgono di valore da 200 a 250 euro e saranno pagati entro febbraio del prossimo anno.
Nel nuovo contratto più permessi e sperimentazione dell'orario ridotto
Nel nuovo contratto dei metalmeccanici ci sono anche norme che non riguardano lo stipendio in senso stretto, ma le condizioni di lavoro. Ad esempio, ci sono alcuni interventi che riguardano il lavoro precario. Per i lavoratori che hanno un contratto di somministrazione a tempo indeterminato, dopo 48 mesi dovrà scattare la stabilizzazione. In più, dopo dodici mesi se l'azienda rinnovare un contratto a tempo determinato potrà farlo solo usando specifiche causali; e dal 2027 questo rinnovo potrà avvenire solo se almeno il 20% dei lavoratori precari viene assunto stabilmente.
Arrivano anche tutele in più per chi ha malattie oncologiche e per lavoratrici e lavoratori con disabilità. Per il personale che lavora su 21 turni, ci saranno otto ore in più di permessi retribuiti all'anno. Sempre per quanto riguarda i permessi, se ne potranno usare fino a tre giornate senza preavviso, in caso di imprevisti personali. Chi ha un figlio fino a quattro anni, in caso di malattia del bambino, potrà avere fino a tre giorni di permesso retribuiti all'80%. I lavoratori migranti avranno un periodo di due mesi (prima era un mese) di possibile astensione dal lavoro per seguire le pratiche per il ricongiungimento familiare.
In più, nascerà un'apposita commissione che si occuperà di lavorare sulle idee per ridurre l'orario di lavoro in modo stabile. Nei prossimi anni dovrebbe avere il via una sperimentazione sul tema, i cui dettagli sono ancora tutti da definire.