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Elezioni politiche 2018

Di Maio: “In caso di referendum, voterei a favore dell’uscita dall’Euro”. Renzi: “Follia”

Intervistato da Massimo Giannini per Radio Capital, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha ribadito che “se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta”.
A cura di Charlotte Matteini
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Intervenendo a L'Aria che tira, il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, ha dichiarato che a un eventuale referendum sull'uscita dall'Euro voterebbe "sì": "Se si dovesse arrivare al referendum, che però io considero una ‘extrema ratio', è chiaro che io voterei per l'uscita, perché significherebbe che l'Europa non ci ha ascoltato. Ma io vedo oggi una opportunità dall'Europa". A stretto giro, il segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, ha replicato al candidato pentastellato: "Stavolta Di Maio ha fatto chiarezza, bisogna ammetterlo: lui voterebbe per l'uscita dall'Euro. Io dico invece che sarebbe una follia per l'economia italiana". 

In seguito, Di Maio su Facebook ha esplicitato meglio il suo pensiero: "L'obiettivo di governo del MoVimento 5 Stelle non è assolutamente l'uscita dall'euro, ma rendere la permanenza del nostro Paese nella moneta unica una posizione conveniente per l’Italia. La nostra posizione è una scelta pragmatica, non ideologica. Il MoVimento 5 Stelle al governo porterà in Europa un pacchetto di proposte. Proposte sensate e condivise anche da altre nazioni europee, proposte che solo a parole i governi precedenti hanno portato avanti visto che non hanno ottenuto alcun risultato. Noi non scherziamo. L'Italia ha un peso in Europa e lo faremo sentire, soprattutto ora che altri Paesi vivono momenti di forte incertezza politica. Sono fiducioso nella strada del dialogo con le istituzioni europee. Sono convinto che se l'Italia fa sentire il suo peso l'Europa non farà finta di niente. È solo questione di volontà politica di cambiare le cose. Noi ce l'abbiamo. Siamo fiduciosi che non sarà necessario indire un referendum per l’uscita dall’euro che sarebbe l’ultima ratio solo e soltanto nel caso assurdo che l’Europa si dimostrasse completamente sorda a qualsiasi nostra richiesta. Noi vogliamo portare più ricchezza nelle tasche degli italiani e si può farlo restando nell’Euro accogliendo le nostre proposte. Ma se l’Europa sarà rimasta sorda a tutte le nostre richieste, non sacrificheremo la ricchezza e il benessere degli italiani sull’altare dell’Euro. La vera follia è fare finta che tutto vada bene e lasciare tutto così com'è". 

Il candidato presidente del Consiglio del Movimento 5 Stelle continua a ribadire che in caso di vittoria alle prossime elezioni, M5S si presenterà in Parlamento e chiederà la fiducia e in quel momento vedrà chi sarà intenzionato a sostenere un esecutivo a 5 Stelle. "Se alle elezioni dovessimo ottenere il 40%, potremmo governare da soli. Se non dovessimo farcela, la sera delle elezioni faremo un appello pubblico alle altre forze politiche che sono entrate in Parlamento presentando il nostro programma e la nostra squadra. E governeremo con chi ci sta", ha dichiarato Di Maio durante un'intervista concessa a Circo Massimo su Radio Capital. "Mi terrorizza la prospettiva di un Gentiloni bis di breve durata come ha proposto Berlusconi", ha proseguito Di Maio, ribadendo inoltre che qualsiasi sarà la durata della prossime legislatura "la regola dei due mandati non si mette in discussione". In seguito al ritiro dalla scena politica di Alessandro Di Battista, in molti hanno sostenuto che in realtà l'esponente pentastellato avrebbe potuto fare il ministro senza per questo essere costretto a candidarsi. Sul punto, però, Di Maio ha negato ogni rumour e dichiarato che "non sarà fra i ministri, me lo ha chiesto lui".

Riguardo la commissione d'inchiesta sulle Banche, Di Maio ha spiegato che "circoscrivere questa vicenda solo a Maria Elena Boschi o Matteo Renzi è riduttivo. Vi sono coinvolti vari uomini dello Stato e a vario titolo, per questo l'ho chiamata Bancopoli. Riprova ne è il fatto che nessuno, a parte noi, stia chiedendo le dimissioni di Boschi. Il tema vero sono i risparmiatori sul lastrico che hanno perso tutto. Il caso banche e Boschi è la biglia sul piano inclinato che decreterà la fine della Seconda Repubblica. Io come candidato premier mi devo assicurare che tutto questo non accada più".

Replicando alle accuse mosse ieri da molti media, che hanno commentato la sua fuga da Salvini – ospite di Lucia Annunziata a In mezz'ora – Di Maio ha sostenuto di essere intenzionato a confrontarsi "con tutti i candidati premier delle altre forze politiche. Ci facciano sapere chi sono". Infine, sulle fake news, il candidato premier del Movimento 5 Stelle ha dichiarato: "È inutile usare il tema delle bufale per giustificare una sconfitta politica, come quella del referendum. Le vere bufale le hanno introdotte loro". E sugli 80 euro  aggiunge: "Non vogliamo togliere questo bonus, ma abbiamo pronta una riforma degli scaglioni irpef che aiuterà il ceto medio e le persone in difficoltà. Ricordiamoci che per pagare gli 80 euro è stata introdotta l'imu agricola per due anni".

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