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Elezioni politiche 2022

“Di Maio arrivista disposto a tutto, detestava il Pd e ora ci si candida”: l’accusa di Di Battista

L’ex parlamentare del Movimento 5 Stelle si scaglia contro Di Maio: “Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi – scrive in un post – detestava il Pd come null’altro e oggi ci si candida”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Alessandro Di Battista si scaglia contro Luigi Di Maio. Ormai è evidente, del vecchio rapporto tra i due non è rimasto più nulla se non macerie. E mentre il giornalista romano si riavvicina – se pur molto lentamente – al Movimento 5 Stelle, il ministro degli Esteri prima lancia la sua lista, poi accetta la candidatura in quella del Pd. "Luigi Di Maio non ha un voto – accusa Di Battista con un lungo post Facebook contro l'ex capo politico pentastellato – Chi conosce il fanciullo di oggi, lo evita. Trasformista, disposto a tutto, arrivista, incline al più turpe compromesso pur di stare nei palazzi".

L'ex deputato chiede: "Perché il Pd dovrebbe concedergli il ‘diritto di tribuna', un modo politicamente corretto per descrivere il solito paracadute sicuro, tipo la Boschi candidata a Bolzano nel 2018? Perché? Che rassicurazioni ha avuto mesi fa, quando portava, insieme a Grillo, il Movimento 5 Stelle tra le braccia di Draghi? Queste sono domande che dovrebbero avanzare i giornalisti. Ma, salvo rare e preziose eccezioni, oggi i giornalisti a Di Maio non chiedon nulla". E ancora: "Lo trattano come Mazzarino nonostante abbia dilapidato un consenso colossale costruito con il sudore della fronte anche (e soprattutto) di persone che non hanno chiesto mai nulla in cambio".

Poi Di Battista passa al neonato centrosinistra: "Calenda che fino a poche ore fa fingeva attacchi di orticaria al solo sentir pronunciare il nome di Di Maio sta zitto e buono – insiste – Ha ottenuto poltrone su poltrone e gli basta così. La politica ridotta ad un ufficio di collocamento". Per l'ex deputato il punto centrale è un altro: "Il Di Maio che ricordo io, ai tempi dell'onestà intellettuale o della fraudolenta recitazione, detestava il Pd come null'altro". Mentre oggi "a quanto pare il suo nome comparirà sotto il simbolo del Pd – sottolinea Di Battista – Beh, se così fosse vi sarebbe una ragione in più per non votarli e per non avere nulla a che fare con loro".

"Questa è la politica politicante, ciò che più impedisce il cambiamento, ciò che è più distante dalle esigenze dei cittadini, dai loro drammi. Ciò che più allontana gli italiani dalle urne. Ciò che più indebolisce quel che resta della democrazia – continua Di Battista – In tutto ciò qua si ‘rischia' un rapido decesso anche per ‘Impegno Civico (per le natiche di Di Maio). Dopo ‘Insieme per la Colla Vinilica' un nuovo, fondamentale, strumento per la democrazia, potrebbe scomparire a breve". E attacca anche i fuoriusciti dal Movimento: "Complimenti vivissimi a quei 65 fenomeni che gli sono andati dietro nella speranza di un posizionamento. Un po' come Aldo in ‘Tre uomini e un gamba' adesso non possono né scendere né salire, né scendere né salire. Ma forse anche per loro c'è un ‘sentiero'. Tornino dignitosamente alle loro vite evitando di postare foto di Di Maio come fosse uno statista". Poi l'accusa finale: "Uno Statista pensa allo Stato, Di Maio pensa a se stesso".

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