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Decreto Pnrr approvato dalla Camera e passa al Senato, Pd: “Sull’aborto colpevolizza le donne”

Con 140 voti favorevoli e 91 contrari la Camera ha approvato il decreto Pnrr: ora il testo passa al Senato per il via libero definitivo. Il dl contiene norme varie, dalla patente a punti per i cantieri al controverso ingresso delle associazioni pro vita nei consultori. Dure le opposizioni. Quindici deputati leghisti si astengono in un voto sull’aborto.
A cura di Luca Pons
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Il decreto Pnrr ha ottenuto il via libera dalla Camera: ci sono stati 140 voti a favore e 91 contrari, e ora il testo può passare al Senato. Continua il percorso verso la conversione in legge, che deve avvenire entro il primo maggio. Il decreto contiene diverse norme di natura anche molto diversa, come una patente a punti per i cantieri che dovrebbe rinforzare la tutela dei lavoratori, o uno sblocco delle assunzioni degli specializzandi in ambito sanitario. La norma però è diventata particolarmente controversa negli ultimi giorni, quando la maggioranza ha aggiunto inaspettatamente un emendamento che apre i consultori alle associazioni pro vita e antiabortiste. Una mossa che ha suscitato l'indignazione delle opposizioni, ribadita anche oggi in Aula.

L'attacco delle opposizioni: "Intolleranza pericolosa"

Silvia Roggiani, deputata del Partito democratico, in dichiarazione di voto ha chiesto alla maggioranza: "Stupiteci, tornate indietro, cambiate questa norma al Senato, ci troverete dalla vostra parte". Roggiani ha criticato una "norma ad personam, davvero illeggibile, per Brunetta" che permetterà all'ex ministro di ottenere due compensi, ma soprattutto ha attaccato l'emendamento sui consultori. Si tratta, ha detto la dem, di una vera e propria "colpevolizzazione delle donne" che vogliono interrompere una gravidanza.

Voti contrari anche dal resto delle opposizioni: "Ognuno può pensarla come vuole sull'aborto, ma la vostra intolleranza e l'allergia verso le libertà individuali su realtà così delicate è pericolosa per il Paese, inquietante e grave", ha detto Daniela Torto (M5s). Per Italia viva Luigi Marattin ha commentato: "Non so perché la maggioranza ha sentito l'esigenza di inserire un emendamento che parla di aborto in un decreto che parla di Pnrr". Da Azione è arrivata una critica anche agli aspetti più tecnici del decreto, che riguardano la struttura di gestione del Pnrr, mentre l'Alleanza Verdi-Sinistra con Filiberto Zanatti ha condannato i "tagli alla sanità" previsti dal governo nel Pnrr.

Quindici leghisti si astengono sull'aborto, Molinari: "Lasciata libertà di coscienza"

Ha votato a favore naturalmente la maggioranza: "Non si prevede nessun taglio né per la sanità, né per i Comuni", e "l'obiettivo è realizzare le opere e spendere bene", ha detto Giovanni Luca Cannata di Fratelli d'Italia. Anche Forza Italia ha affermato che il decreto è "fortemente migliorato rispetto al testo iniziale" e ha votato a favore. La Lega ha applaudito il lavoro fatto sul Pnrr anche dal ministro dell'Economia (leghista) Giancarlo Giorgetti.

Proprio la Lega, però, è stata al centro di un voto che ha momentaneamente messo in discussione la solidità del centrodestra, proprio sulla norma più dibattuta, cioè quella sui consultori. Il Pd ha proposto un ordine del giorno che impegnava il governo ad assicurare che con questa non restringa l'accesso delle donne all'Ivg. L'odg è poi stato respinto, con 93 voti a favore e 117 contrari, ma ci sono stati ben diciotto astenuti. Di questi, quindici erano deputati leghisti che hanno scelto di non votare contro la proposta dem. Tra di loro c'era anche il capogruppo leghista alla Camera, Riccardo Molinari, che ha poi chiarito: "Sui temi etici abbiamo lasciato libertà di coscienza e quindi c'è stato chi ha seguito le indicazioni del governo e chi si è astenuto".

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