Ddl Montagna, sì emendamento per cacciare nei valichi montani. Opposizione: “Si gioca con la vita degli animali”

La Camera dà il via libera all'emendamento al ddl Montagna per regolamentare la caccia nei valichi montani interessati dalle rotte migratorie dell'avifauna. L'approvazione è stata salutata con entusiasmo dalla Lega, promotrice del provvedimento a prima firma di Francesco Bruzzone, e fortemente criticata dalle associazioni di tutela ambientale che denunciano il tentativo di aggirare i divieti di caccia attualmente vigenti.
Cosa prevede l'emendamento al ddl Montagna
Allo stato attuale, la legge 157 del 1992 prevede un divieto di caccia nei valichi montani interessati dalla migrazione degli uccelli. Con l'emendamento approvato in Aula il 3 luglio, invece, si prevede di abolire il divieto attraverso l’istituzione di particolari Zone di protezione speciale, da definire tramite decreto ministeriale. I valichi interessati dall’emendamento sono solo quelli oltre i mille metri di altitudine. Una recente pronuncia del Tar della Lombardia ha stabilito che sono 475 i valichi in cui disporre il divieto di caccia, circa 110 di questi sono sotto i mille metri di altitudine. E con questo emendamento sarebbero esclusi da qualsiasi protezione come altri centinaia in tutta Italia.
I contenuti del provvedimento sono molto simili a quelli previsti anche nel discusso ddl Caccia che giovedì 3 luglio è stato incardinato in Commissione Ambiente al Senato.
L'opposizione delle deputate Evi e Prestipino: "Obiettivo estendere la caccia"
Contro l'emendamento si sono espresse le opposizioni, a cominciare dalle deputate del Partito Democratico Eleonora Evi e Patrizia Prestipino: "Basta con il gioco delle tre carte sulla vita degli animali. Nei valichi montani interessati dalle rotte di migrazione restino in vigore le disposizioni della 157/ 92 con il divieto di caccia". In realtà, al momento anche la legge 157 del 1992 citata dalle deputate è oggetto di una riforma fortemente voluta dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, e anche questa prevede una modifica per valichi montani e divieti di caccia analoga a quella prevista nel ddl Montagna.
Prestipino ed Evi denunciano il tentativo di aggirare le recenti pronunce dei giudici e le leggi a tutela dell'avifauna schermandole dietro un provvedimento nato per tutelare l'economia della montagna: "La recente sentenza del Consiglio di Stato è chiara, aggirarla è inaccettabile. Vogliamo smontare per sempre il pretesto, l'alibi, il passepartout che con sempre maggiore monotonia il ministro Lollobrigida ripropone ogni giorno all'opinione pubblica, mentre forse la notte ascolta la corporazione armiero-venatoria più estremista. La tutela delle rotte migratorie non ha nulla a che vedere con i danni da fauna, questi sono un pretesto per la mattanza dei migratori. Oramai è palese ed è consapevolezza diffusa l'intento strumentale del governo di usare i problemi della nostra agricoltura al solo fine di ampliare la quantità e i tempi di caccia in contrasto, opportunisticamente camuffato, con le normative europee, la scienza e il pensiero e i diritti dei cittadini sulla tutela dei loro animali selvatici. Non è accettabile la guerra agli uccelli migratori che sorvolano il nostro Paese".
"Le convenzioni internazionali, le Direttive europee, i trattati ci impongono di adottare ogni possibile precauzione per salvare la biodiversità e non di esasperare il conflitto con la certezza di essere sottoposti a procedure di infrazione – ricordano le deputate – Inoltre, già siamo nel pieno di una procedura di infrazione, ma gli italiani non lo sanno: eppure, l'erogazione delle sanzioni sarà a loro spese, a carico dei contribuenti che pagano le tasse regolarmente".
Delle 64 procedure di infrazione che dal 2012 al gennaio 2025 hanno coinvolto l'Italia, ben 23 riguardano tematiche ambientali. E tra le più recenti una riguarda in maniera specifica l'attività venatorie e l'uso di munizioni al piombo nelle zone umide.
"Siamo stanchi delle furbizie, stanchi delle mistificazioni, del tentativo di far passare per controllo della fauna la smania di deregulation sparando sulle regole e ignorando metodi di controllo ecologici e non cruenti. Contro questo modo di operare non ci sono confini di partiti e coalizione: la contrarietà al disegno di legge rinnegato dal governo e ora presentato con ritocchi in Senato ha mobilitato tantissime coscienze, in illimitata trasversalità, con tanti elettori che sempre più a voce alta sono dalla parte degli animali. Il ministro Lollobrigida e la Lega sparano sulla fauna ma anche su di loro", concludono.
Le critiche degli ambientalisti: "Vergognoso attacco ai migratori"
A seguito dell'approvazione in Aula le principali associazioni di tutela ambientale e animale – tra cui Lipu, Enpa, Wwf, Lav, Legambiente – sono intervenute denunciando "l'ennesimo vergognoso attacco agli uccelli migratori".
In una nota congiunta hanno sottolineato che "la solita giustificazione di questo emendamento portata avanti dai promotori è quella di regolare la presenza faunistica ed evitare i danni in agricoltura, ma questa è una vera e propria mistificazione, l’unico intento è quello di poter permettere ai cacciatori di sparare a quanti più uccelli migratori è possibile nelle aree più sensibili per il loro passaggio".
"Chiediamo che questo vergognoso emendamento, che per ora è accantonato, sia definitivamente stralciato dalla proposta di legge. Basta regalare il patrimonio di tutti a chi lo vuole fucilare".