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Il caso Cospito

Cospito resta al 41bis, respinto il ricorso della difesa: per i giudici è “estremamente pericoloso”

Il tribunale di sorveglianza di Roma ha rigettato il ricorso dell’avvocato di Alfredo Cospito: l’anarchico rimarrà al 41 bis. Per i magistrati rappresenta ancora un pericolo, in particolare visto l’effetto del suo sciopero della fame, che avrebbe “infuocato gli animi delle formazioni anarchiche”.
A cura di Andrea Miniutti
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Alfredo Cospito rimarrà al 41 bis: per il tribunale di sorveglianza di Roma l'anarchico continua ad essere di "estrema pericolosità". I giudici si sono presi quattro giorni per analizzare il caso, finendo per confermare il carcere duro. A chiedere una revisione del regime carcerario era stata la Dnaa, Direzione nazionale antiterrorismo e antimafia, in supporto dell'istanza presentata da Flavio Rossi Albertini, l'avvocato difensore di Cospito. Infatti, il legale aveva presentato ricorso contro Carlo Nordio, il ministro della Giustizia, che aveva rigettato la possibilità di anticipare il termine del carcere duro.

La contestazione del regime carcerario da parte dell'avvocato Rossi Albertini aveva trovato il supporto della Dnaa, che già in passato aveva espresso il suo parere con il Guardasigilli sostenendo che Cospito potesse lasciare il carcere duro per passare al regime di alta sicurezza.

Alfredo Cospito sta scontando una condanna per aver fatto esplodere due pacchi bomba – realizzati con pentole a pressione e un tubo di metallo riempito con 800 grammi di polvere pirica – davanti alla scuola allievi dei carabinieri di Fossano (Cuneo) nella notte tra il 2 e il 3 giugno 2006. L'esplosione non aveva provocato né vittime né feriti. Lo scorso giugno, la Corte d'Assise d'appello di Torino aveva rivisto la pena dell'anarchico, condannando Cospito a 23 anni di carcere e confermando il 41 bis.

Dall'ottobre 2022 fino allo scorso aprile Cospito ha portato avanti un lungo sciopero della fame per protestare contro le condizioni della sua detenzione carceraria. Proprio a causa del prolungato digiuno l'anarchico era stato trasferito nella sezione clinica del carcere di Opera, nel Milanese, e successivamente nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo.

Le sue condizioni di salute erano diventata nei mesi estremamente precarie e diverse persone, specialmente dall'universo anarchico, avevano protestato contro il carcere duro nei suoi confronti. Ed è proprio alla manifestazioni a favore di Cospito che i giudici hanno fatto riferimento nel rigettare il ricorso: secondo i magistrati "è evidente che la clamorosa iniziativa" di Cospito, cioè lo sciopero della fame, "abbia infuocato gli animi delle formazioni anarchiche e che soprattutto abbia reso il pescarese una figura di ancor maggiore carisma all'interno del sodalizio".

E quindi: "Per tale motivo ad avviso di questo tribunale non appaiono coerenti le conclusioni a cui è pervenuta la Dna secondo cui dalla molteplicità dei canali decisionali si evincerebbe una ridotta pericolosità del Cospito, che invece è descritto come figura di vertice del movimento come desunto dalla stessa Dna attraverso il richiamo testuale della nota Direttore centrale della Polizia di prevenzione".

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