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Il caso Cospito

La Direzione nazionale antiterrorismo e antimafia ha chiesto la revoca del 41 bis per Alfredo Cospito

Durante l’udienza di oggi davanti al tribunale di sorveglianza di Roma, la Direzione nazionale antiterrorismo e antimafia ha chiesto la revoca del regime di 41 bis per l’anarchico Alfredo Cospito. Spetterà ai giudici decidere nei prossimi giorni.
A cura di Tommaso Coluzzi
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L'anarchico Alfredo Cospito potrebbe uscire dal regime di 41 bis in carcere. A chiederlo, stavolta, è la Direzione nazionale antiterrorismo e antimafia, davanti al tribunale di sorveglianza di Roma. I magistrati della capitale si sono riservati alcuni giorni di tempo prima di prendere una decisione, che dovrebbe essere annunciata al più tardi all'inizio della prossima settimana. Il parere favorevole della Dnaa – che non è di poco conto – è arrivato dopo l'istanza presentata dall'avvocato difensore di Cospito, Flavio Rossi Albertini. Il legale ha deciso di ricorrere contro i rigetti da parte del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sulla possibilità, per l'anarchico, di terminare anticipatamente il regime di carcere duro.

In realtà il parere della Dnaa era già arrivato al Guardasigilli all'inizio dell'anno, nel bel mezzo dello sciopero della fame che l'anarchico ha portato avanti per molti mesi. Nordio aveva deciso di ignorarlo, nello stesso periodo in cui la Cassazione ha rigettato il ricorso degli avvocati di Cospito. Successivamente l'attenzione mediatica sull'anarchico al 41 bis è scemata pian piano, fino allo stop allo sciopero della fame arrivato ad aprile scorso. Dopo essere stato ricoverato in ospedale per mesi, Cospito ha deciso di ricominciare ad alimentarsi. In totale non ha mangiato per sei mesi.

A giugno, infine, l'ultima notizia arrivata sull'anarchico: la Corte d'Assise d'appello di Torino ha ricalcolato la sua pena, che dall'ergastolo è diventata di 23 anni di reclusione grazie all'attenuante della lieve entità. Nonostante ciò, Cospito è rimasto in regime di 41 bis e si è smesso di parlare del suo caso. Ora, però, l'avvocato ci riprova: spetterà ai giudici di Roma dare un nuovo parere, ma dopo la svolta nella pena, per l'anarchico potrebbe arrivare anche la fine del regime carcerario speciale.

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