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Cosa sta succedendo tra Calenda e Forza Italia e perché discutono su Berlusconi

È scontro aperto tra Carlo Calenda e Forza Italia, con il leader del Terzo polo accusato di essere stato irrispettoso nei confronti di Berlusconi. Poi arrivano le scuse: “Gli ho solo augurato di tornare a casa”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Da un lato l'analisi politica di Carlo Calenda, dall'altro la rabbia di Forza Italia. E poi la spaccatura nel Terzo polo, tra chi difende il leader e chi è in imbarazzo per l'accaduto. Ieri pomeriggio Calenda è intervenuto a Tagadà su La7, dove si è parlato – ovviamente – dell'argomento del giorno: "Io non ho mai votato Berlusconi, è stato un mio avversario ma in questo momento dobbiamo fargli tutti non solo gli auguri di stare bene, ma anche di tornare a fare il suo lavoro – ha detto il senatore romano – Penso che sia la chiusura di fatto della Seconda Repubblica. Perché la Seconda Repubblica è Berlusconi, nel bene e nel male, ognuno ha le sue considerazioni". Poi ha aggiunto: "In questo essere nel bene e nel male la Seconda Repubblica, io non ho mai creduto alla successione di Berlusconi, nel senso che non ho mai creduto che ci possa essere un altro Berlusconi".

"Questo – secondo Calenda – ha aspetti anche positivi: i conflitti d'interesse, l'estrema personalizzazione, tutte quelle cose che personalmente non mi hanno mai convinto". Però "allo stesso tempo si chiude un pezzo di storia e una vita che è più larga della vita, come dicono gli americani, nel senso che è un uomo che ha fatto di tutto". E ha concluso: "L'ho definito un leone. Adesso l'unica cosa che bisogna fare è augurargli il meglio".

La dichiarazione di Calenda è arrivata ieri dopo pranzo – mentre dal San Raffaele usciva il primo bollettino ufficiale sulle condizioni di salute di Berlusconi – e dopo essere stata riportata è montata con le repliche da Forza Italia: "Respingiamo al mittente i commenti inopportuni di Calenda che, da politico improvvisato e da eterno figlio di famiglia allevato con dosi massicce di raccomandazioni, non sa né parlare, né tacere – ha attaccato il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri – Siamo certi che Silvio Berlusconi darà ancora a lungo un contributo alla politica Italiana. Delle grandi imprese di Berlusconi tutti parlano con attenzione e rispetto. Di Calenda vengono citati soltanto le comparsate nei filmetti dei registi di famiglia e i continui cambi di casacca politica. Studente distratto, non ha imparato, né a casa né a scuola, i principi fondamentali dell'educazione".

In serata è intervenuto anche il capogruppo alla Camera di Forza Italia, Paolo Barelli, con un commento ancora più duro: "Carlo Calenda chieda scusa perché non ha il diritto di entrare nel merito della storia di un uomo, di un grande uomo che ha fondato un grande partito, Forza Italia, a servizio del Paese e degli italiani. Nessuno di Forza Italia parteciperà a un dibattito con lui presente, finché non chiederà scusa. Si concentri piuttosto sulla sua esperienza politica – ha detto Barelli – Il futuro di Forza Italia appartiene al presidente Berlusconi e a noi. Il nostro partito è Silvio Berlusconi, ha radici profonde, fatte di idee, programmi, cultura di governo, ha migliaia di iscritti e sostenitori sul territorio, in ogni comune, provincia e regione d'Italia. In questo momento la nostra grande comunità ha una voce sola, è al fianco del presidente e combatte con lui". Sono parole pesanti, quelle di Barelli, soprattutto nel passaggio in cui dice che Forza Italia non siederà più ad alcun dibattito con il leader del Terzo polo.

Le parole di Calenda sull'assenza di un erede e sulla fine della Seconda Repubblica, sono state lette negativamente anche nel suo stesso gruppo politico: "Le parole di Carlo Calenda su Berlusconi sono davvero pessime. Capisco l'indignazione di Barelli", ha detto il deputato di Azione-Italia Viva, Roberto Giachetti su Radio Leopolda. Lo ha difeso invece Matteo Richetti: "Carlo Calenda ha augurato pronta e piena guarigione a Berlusconi, riconoscendogli di essere protagonista di un'intera stagione politica italiana e definendolo un ‘leone'. Nonostante questo è stato bersagliato da attacchi e fuoco amico senza mai riportare una sua parola fuori posto. Chiedetevi perché".

La tensione, insomma, è salita anche all'interno del Terzo polo, nonostante in mattinata siano arrivate immediatamente le scuse di Calenda. Scuse condizionate, però. "Mi pare più una fibrillazione dovuta a nervosismi e retroscena – ha detto il leader di Azione – Quella di Paolo Barelli è una reazione priva di fondamento, ma capisco che siano in un momento di grande nervosismo ed è del tutto comprensibile. Se c'è qualcosa che gli è dispiaciuto me ne scuso".

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