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Cosa è stato deciso al G7 in Canada e perché Donald Trump se n’è andato via prima

Al G7 in Canada si sarebbe dovuto parlare principalmente dei dazi, ma come era prevedibile tutta l’attenzione si è concentrata sul Medio Oriente, dove continua l’escalation tra Israele e Iran. Insomma, è stato un vertice decisamente intenso, a cui ha partecipato anche Giorgia Meloni, che però Donald Trump ha lasciato con un giorno di anticipo.
A cura di Annalisa Girardi
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Avrebbe dovuto essere un G7 concentrato sui dazi, ma gli ultimi giorni hanno cambiato tutto. Dopo che Israele ha attaccato l’Iran, prendendo di mira i suoi siti nucleari e militari e dando il via a una violenta escalation, per i leader delle sette principali economie del mondo era impossibile non discutere della situazione in Medio Oriente. Alla fine ne è uscita una dichiarazione congiunta – firmata a sorpresa anche da Donald Trump, nonostante i dinieghi degli ultimi giorni – in cui sostanzialmente i leader del G7 hanno ribadito l’impegno per la pace e la stabilità nella regione, riconoscendo il diritto di Israele di difendersi e chiedendo a tutti di proteggere i civili.

In questa dichiarazione poi si legge: “L'Iran è la principale fonte di instabilità e terrorismo nella regione. Siamo stati costantemente chiari sul fatto che l'Iran non potrà mai possedere un'arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, incluso un cessate il fuoco a Gaza. Rimarremo vigili sulle implicazioni per i mercati energetici internazionali e saremo pronti a coordinarci, anche con partner che condividono gli stessi principi, per salvaguardare la stabilità del mercato".

La dichiarazione dei leader al G7 e le accuse dell'Iran

Una dichiarazione che è stata respinta dall’Iran. Il ministero degli Esteri ha accusato il G7 di aver completamente ignorato la spudorata e illegale aggressione" dello Stato ebraico, nonché "le vittime civili e i danni alle infrastrutture pubbliche" provocate dai suoi attacchi. E ancora:  "Israele ha scatenato una guerra di aggressione non provocata contro l'Iran in violazione della Carta dell'Onu e delle norme sulla tutela degli impianti nucleari".

La situazione rimane delicatissima. Gli attacchi non si sono fermati da nessuna delle due parti: Israele ha bombardato la sede della tv di stato a Teheran e secondo fonti iraniane ci sarebbero diversi morti; diverse esplosioni sono anche state registrate nel centro di Israele. Insomma, i missili non si sono fermati.

Perché Trump ha lasciato il vertice in anticipo

In tutto questo, non è passata inosservata la partenza anticipata di Donald Trump dal G7 in Canada. Il presidente statunitense ha lasciato un giorno prima il vertice per potersi occupare della crisi tra Israele e Iran. Ma non sarebbe partito prima perché aveva già una proposta di cessate il fuoco, come dichiarato invece dal presidente francese Emmanuel Macron, mentre chiacchierava con i giornalisti a margine del summit. In un post sul suo social, Truth, Trump ha smentito tutto. E ha scritto: "Il presidente francese Emmanuel Macron, in cerca di pubblicità, ha dichiarato a torto che ho lasciato il vertice del G7 in Canada per tornare a Washington al fine di lavorare a un ‘cessate il fuoco' tra Israele e Iran. Falso! Ignora completamente il motivo per cui sono in viaggio verso Washington, ma certamente non ha nulla a che fare con un cessate il fuoco. È ben più grave. Che sia voluto o meno, Emmanuel sbaglia sempre. A seguire!"

Poi Trump, parlando con i giornalisti sull’Air Force One, l’aereo di stato che lo riportava a Washington, ha anche detto che in questa crisi il punto non sia tanto cercare un cessate il fuoco. Ma lavorare per una rinuncia totale, da parte dell’Iran del suo programma nucleare. Non sarebbe sufficiente, insomma, arrivare ad una tregua: ciò che serve sarebbe una vera e propria fine delle ambizioni nucleari iraniane. Ora starebbe ragionando sulla possibilità di mandare il suo vice J.D Vance, oppure l’inviato speciale Steve Witkoff, a trattare per una soluzione. Intanto però lascia intendere che sia in arrivo una nuova escalation.

Il destino dei negoziati sul programma nucleare

Sempre in un post su Truth il presidente statunitense ha anche detto che l’Iran avrebbe dovuto firmare l’accordo che era sul tavolo. E poi ha scritto: “Che vergogna, che spreco di vite umane. L’Iran non può avere un’arma nucleare, l’ho detto più e più volte. Tutti dovrebbero evacuare immediatamente Teheran”. In effetti poco prima Israele aveva mandato un avvertimento ai residenti di alcune zone a nord di Teheran, dicendo di lasciare le loro case. Il segnale di un attacco imminente, insomma.

Cosa ha detto Giorgia Meloni a Trump e Macron

Ma torniamo al G7. Al vertice non sono mancati siparietti e bilaterali. Come quello scambio sussurrato tra Giorgia Meloni ed Emmanuel Macron al tavolo con gli altri leader: i due hanno avvicinato le teste, si sono coperti le bocche con le mani per non rivelare quello di cui stavano discutendo nemmeno dal labiale, e si sono detti alcune cose. Ad un certo punto si è pure vista Meloni alzare il pollice, poco dopo però ha alzato gli occhi al cielo. Impossibile capire il tema al centro dello scambio.

Sappiamo invece, più o meno, quello che si è detta con Donald Trump. I due sono stati immortalati a discutere seduti su una panchina e la delegazione diplomatica italiana ha raccontato che hanno parlato degli sviluppi in Iran, che poi sono stati approfonditi nel vertice. Ma Meloni gli avrebbe anche parlato del cessate il fuoco a Gaza, presentandogli un piano di cui avrebbe già anche parlato con gli altri leader europei. In un post su X, Meloni ha anche aggiunto di aver affrontato il tema delle relazioni economiche tra UE e USA e di aver sottolineato l’importanza della cooperazione transatlantica.

Al G7 però, tra l’addio anticipato di Trump, le tensioni sulla sua proposta su Putin mediatore e le difficoltà di arrivare a una dichiarazione congiunta, questa cooperazione tra i due lati dell’Atlantico non è sembrata troppo in salute.

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