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Camera e Senato riducono le sedute per rischio Covid. L’appello: “Non si può chiudere il Parlamento”

Con l’emergenza Coronavirus Camera e Senato riducono i ritmi delle sedute dell’Aula: a Montecitorio ci si riunirà solamente il mercoledì, mentre a Palazzo Madama – per la prossima settimana – le sedute sono convocate solo per martedì e mercoledì. Ma alla possibilità di chiudere il Parlamento in tanti dicono di no, con un appello preciso: “Il Parlamento non può chiudere mai”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Parlamento non può e non deve chiudere, è l’appello rivolto da più parti. Ma intanto rallenta. E si riunisce sempre meno per i timori dettati dall’emergenza Coronavirus. “Nessuno pensi di chiudere il Parlamento”, avverte Luigi Zanda, senatore del Pd. Gli fanno eco due ex presidenti di Senato e Camera: Marcello Pera e Fausto Bertinotti. Eppure l’emergenza si fa sentire anche in Parlamento, dove chiunque entri è sottoposto all’esame del termoscanner per rilevare la temperatura. Misura, comunque, non sufficiente per essere certi che nessuno sia stato contagiato. Le restrizioni seguono le indicazioni fornite dal governo, come quelle riguardanti la distanza da mantenere e la riduzione dei contatti.

Coronavirus, una sola giornata di lavori alla Camera

Le Camere riducono le sedute, intanto. Lo fa Montecitorio, dove la prossima settimana si terrà una sola riunione in Aula, quella per approvare lo scostamento di bilancio proprio per l’emergenza Coronavirus. Per tre settimane la Camera lavorerà solo nella giornata di mercoledì, esaminando gli atti urgenti e indifferibili. Un calendario ridotto per tutto il mese di marzo, con la conferma dei question time e dei lavori delle commissioni solamente sui provvedimenti urgenti già in calendario. Il presidente dell’assemblea di Montecitorio, Roberto Fico, ricorda su Facebook che viene confermato ogni mercoledì il question time e che il 18 marzo, invece, arriverà in Aula la proposta di legge sulla sicurezza per le professioni sanitarie. Nella stessa giornata si voterà per l’elezione dei componenti dell’Agcom e del Garante della privacy. Il 25 marzo, infine, ci saranno le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, in vista del Consiglio europeo. E poi, nella stessa giornata, l’esame del decreto sul taglio del cuneo fiscale.

I lavori al Senato con l’emergenza Coronavirus

Anche al Senato il ritmo dei lavori non è dei più forsennati. A Palazzo Madama, peraltro, sono state emesse nuove indicazioni dei questori e i gruppi parlamentari stanno già riducendo l’impiego del personale, ricorrendo in alcuni casi allo smart working. La prossima settimana si terrà una nuova conferenza dei capigruppo per stabilire il calendario delle prossime settimane. Intanto l’Aula si riunirà martedì e mercoledì per discutere dello scostamento di bilancio richiesto dal governo. Per quanto riguarda le commissioni, per il momento si riuniranno solamente quelle che dovranno esprimere pareri su provvedimenti urgenti o inerenti il Coronavirus.

La chiusura del Parlamento per il Coronavirus

Meno sedute, quindi. Ma non una chiusura. Che da più parti viene rifiutata. D’altronde, ricorda chi frequenta i palazzi da anni, se non decenni, non è mai successo che il Parlamento chiudesse, neanche in tempo di guerra. L’unica eccezione è dovuta allo scioglimento della Camera avvenuta in epoca fascista. La polemica sull’eventuale chiusura del Parlamento si è aperta oggi. Intanto con due interviste sul Foglio. Quella di Marcello Pera che sottolinea come “neanche in tempo di guerra si chiude il Parlamento”. La seconda è quella a Fausto Bertinotti, che rincara la dose: “La democrazia non è una variabile, non può essere sospesa dalla paura del contagio”.

C’è poi Luigi Zanda, senatore e tesoriere del Pd, che rivolge un appello: “Nessuno pensi di chiudere il Parlamento”. In un’intervista a Repubblica Zanda sottolinea che Camera e Senato devono essere tenuti aperti sempre, perché “una democrazia, anche in presenza di eventi di gravità eccezionale, deve sapere che esiste un confine invalicabile. Perciò il Parlamento e così pure la stampa e i grandi servizi pubblici non debbono chiudere mai”. Neanche di fronte all’emergenza Coronavirus. Zanda ritiene che il Parlamento possa “rallentare i propri lavori oppure sospenderli brevemente”, se è necessario anche per sanificare le aule e gli uffici. Però deve sempre restare aperto per essere “in grado di riunirsi in ogni momento”.

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