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Contro la corruzione ci vuole un rivolgimento morale

Sono queste le parole del Presidente della Corte dei Conti Giampaolino che, durante un’intervista, ha affermato che la lotta alla corruzione in Italia deve iniziare dalla meritocrazia nella scelta degli operatori e proseguire con un controllo costante favorito da una legislatura efficace.
A cura di Antonio Palma
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Sono queste le parole del Presidente della Corte dei Conti Gianpaolino che, durante un'intervista, ha affermato che la lotta alla corruzione in Italia deve iniziare dalla meritocrazia nella scelta degli operatori e proseguire con un controllo costante favorito da una legislatura efficace.

La corruzione è uno dei peggiori mali del nostro Paese che risucchia una buona percentuale della ricchezza nazionale a vantaggio di pochi e a scapito dei tanti cittadini onesti. Il problema, riconosciuto da tutti, pare però irrisolvibile se ancora oggi l'Italia è considerata una delle Nazioni più corrotte dell'occidente e non solo. In realtà le tante forme di contrasto alla corruzione, applicate nel corso degli anni dai vari Governi che si sono succeduti, hanno sempre avuto forma episodica, a confermarlo una delle massime autorità in questo campo, il Presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino.

In un'intervista a Repubblica il giudice Giampaolino boccia l'Italia e le politiche adottate in merito a trasparenza e lotta alla corruzione, sia per quanto riguarda gli operatori pubblici che privati. Secondo Giampaolino nel nostro Paese sono state sempre applicate politiche contingenti di repressione, sostanzialmente episodiche e di breve durata, dove invece l'obiettivo finale è un "profondo, sostanziale rivolgimento morale". Il problema corruzione ovviamente riguarda in primis l'amministrazione pubblica, dove se non si instaura un nuovo meccanismo di selezione e controllo di operatori e dirigenti si è destinati solo ad aggravare il perdurante e diffuso sistema corruttivo. Ovviamente il problema della selezione in base a merito e qualità è uno dei temi fondamentali in un Paese come il nostro dove le assunzioni per chiamate diretta e per conoscenza sono sproporzionatamente enormi.

Certamente la responsabilità politica in questo caso è evidente, infatti, in Italia negli ultimi anni si è teso ad attenuare le leggi di contrasto alla corruzione, ad esempio con la depenalizzazione del falso in bilancio o con la non discussione di un disegno di legge sulla responsabilità amministrativa delle imprese, da anni in attesa in Parlamento. Nel nostro Paese anche le imprese private, anche se più attente al problema, soffrono molto di questo modo di operare che in realtà penalizza i più virtuosi e distrugge la concorrenza e il libero mercato. Mai come in questo caso, spiega lo stesso Giampaolino, dove agli italiani vengono chiesti sacrifici enormi con la manovra economica, lo Stato e la politica devono essere ancora più attenti a come si spendono e amministrano i soldi che vengono chiesti ai cittadini.

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