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Consiglio d’Europa: “L’Italia introduca subito il reato di tortura”

Il comitato dei ministri ha reputato insufficienti le misure presedal nostro Paese per dare esecuzione alla sentenza di condanna della Corte europea dei diritti umani dell’aprile del 2015 sul caso di Arnaldo Cestaro, vittima di tortura durante l’irruzione alla scuola Diaz al G8 di Genova.
A cura di Claudia Torrisi
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TORTURA

Ancora una volta l'Italia è stata richiamata in sede europea per la mancata introduzione del reato di tortura nell'ordinamento. Il comitato dei ministri del Consiglio d'Europa ha reputato insufficienti le misure prese fino a questo momento dal nostro Paese per dare esecuzione alla sentenza di condanna della Corte europea dei diritti umani dell'aprile del 2015 sul caso di Arnaldo Cestaro, vittima di tortura durante l'irruzione alla scuola Diaz il 21 luglio del 2001, mentre si concludeva il G8 di Genova. "Malgrado le chiare indicazioni fornite dalla sentenza della Corte di Strasburgo, la legislazione italiana non si è ancora ad oggi dotata di disposizioni penali che permettano di sanzionare in modo adeguato i responsabili degli atti di tortura e di altre forme di maltrattamenti vietati dalla convenzione europea dei diritti umani", ha detto il Consiglio d'Europa, secondo cui l'Italia "deve introdurre senza più attendere i reati di tortura e trattamenti degradanti, assicurando che siano sanzionati adeguatamente e gli autori non possano più restare impuniti".

Il comitato dei ministri ha poi ricordato che il progetto di legge sulla tortura in una fase di stallo in Parlamento. Le autorità devono "agire con urgenza per finalizzare senza più attendere il processo legislativo per assicurare che la legge nazionale sanzioni tutte le forme di trattamento proibite dall’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti umani (proibizione assoluta di ricorrere a tortura e maltrattamenti inumani e degradanti) e che gli autori di tali atti non possano più beneficiare di misure incompatibili con la giurisprudenza della Corte". Inoltre viene chiesto al nostro paese di "fornire informazioni sulle disposizioni che regolano la responsabilità disciplinare delle forze dell’ordine e su quelle che permettono l’identificazione di chi partecipa ad azioni simili a quelle condotte alla Diaz".

Secondo Patrizio Gonnella, presidente dell'Associazione Antigone, è "scandaloso che l’Italia faccia ostruzione a tutti gli organismi internazionali ed è scandaloso che il nostro Paese non preveda che la tortura, crimine contro l’umanità, sia un reato. È inoltre scandaloso che l’Italia assicuri impunità ai torturatori nostrani e stranieri. Presto arriverà anche un nuovo monito dalle Nazioni Unite e sono preannunciate nuove condanne dalla Corte di Strasburgo. La nostra credibilità internazionale è minacciata. Dunque si approvi subito il reato".

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