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Festival di Sanremo 2023

Confermato il videomessaggio di Zelensky al Festival di Sanremo, ma l’intervento divide ancora

Il videomessaggio del presidente ucraino Zelensky verrà mandato in onda nell’ultima puntata del Festival di Sanremo. Lo ha confermato anche l’amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes: “La direzione del festival è in contatto con lo staff del presidente per definire le modalità del suo intervento”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'intervento, probabilmente preregistrato, del presidente ucraino Zelensky nell'ultima serata del Festival di Sanremo è stato confermato, ed è prevedibile che le polemiche saranno un leitmotiv della prossima settimana, quando la più famosa manifestazione canora italiana entrerà nel vivo.

Ieri l'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, in un'intervista a ‘La Repubblica', ha detto che non ci saranno variazioni sul programma: "La guerra in Ucraina ha avuto un’importanza così grande nelle nostre vite dell’ultimo anno che la forzatura sarebbe escluderla. La direzione del festival è in contatto con lo staff del presidente Zelensky per definire le modalità del suo intervento" al 73esimo Festival di Sanremo.

Amadeus, conduttore e direttore artistico, è convinto della decisione di ospitare il presidente ucraino per la puntata di sabato 11 febbraio. Tutto sarebbe nato dalla mediazione di Bruno Vespa, come ha spiegato lo stesso Amadeus: "Vespa aveva ricevuto la richiesta di Zelensky, poi mentre andava a Kiev mi ha telefonato e mi ha chiesto se fosse possibile, io gli ho risposto che mi avrebbe fatto molto piacere, e che lo avrei visto bene nella serata finale". In ogni caso, dovrebbe essere un messaggio registrato e "deve essere un messaggio di pace, andrà in onda nella serata del sabato dopo le 28 esibizioni dei cantanti in gara. Comprendo e non mi meraviglio che il suo intervento possa dividere, ma tutte le guerre sono orribili e abbiamo il dovere di non dimenticarlo".

"Domani avremo una risposta da Zelensky, dall'ambasciatore e capiremo esattamente cosa avverrà", ha detto ancora Amadeus, in collegamento questa sera con ‘Che tempo che fa' su Rai3, rispondendo a una domanda di Fabio Fazio che chiedeva appunto notizie sulla presenza in video del leader ucraino. "Un Sanremo non è un vero Festival se non ci sono polemiche…", ha aggiunto poi il conduttore.

Chi è contro la partecipazione di Zelensky a Sanremo

In molti si sono espressi nelle scorse settimane, criticando quest'iniziativa, a partire dal leader della Lega, Matteo Salvini: "Quello che spero è che la guerra finisca il prima possibile e poi che il palcoscenico della città dei fiori rimanga riservato alla musica è qualcosa che penso tutti si aspettano", ha detto il ministro dei Trasporti e vicepremier, aggiungendo: "Se avrò dieci minuti di tempo per vedere il Festival di Sanremo, vedrò le canzoni, non Zelensky. Se Zelensky ha il tempo di andare agli Oscar o al Festival di Sanremo, lo sa lui. Ogni contesto merita serietà, anche Sanremo. Mi chiedo quanto sia opportuno che il festival della canzone italiana abbia un momento con la guerra e le morti in corso, non mi sembra che le cose vadano d'accordo".

Tra i detrattori anche il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda: "Ci sono pochi dubbi sulla nostra linea di sostegno all'Ucraina. Ritengo tuttavia un errore combinare un evento musicale con il messaggio del Presidente di un paese in guerra", ha twittato l'ex ministro.

E anche il presidente del M5S, Giuseppe Conte, è contrario alla partecipazione di Zelensky: "Io sono stato molto contento quando il presidente Fico ha invitato il presidente Zelensky alla Camera dove ha potuto esprimere le sue ragioni in Parlamento. Non credo che sia così necessario avere Zelensky in un contesto così leggero come quello di Sanremo".

Ha fatto molto discutere un post sul blog di Beppe Grillo, in cui il Garante del M5s ha pubblicato un intervento del diplomatico Torquato Cardilli, ex ambasciatore in Albania, Tanzania, Arabia Saudita ed Angola, dal titolo ‘Dalle bombe alle canzoni. Anche il dolore fa spettacolo'.

E dal Pd uno dei candidati alla segreteria, Gianni Cuperlo, ha commentato così: "Zelensky a Sanremo? No. È una guerra. La gente muore. La Rai vuole dare voce al presidente di un Paese invaso che si difende? Mandi in onda un messaggio del presidente dell'Ucraina alle 20.30 di una sera a reti unificate. Ma non confondiamo la tragedia con l'audience".

Di diverso avviso invece il dem Matteo Orfini: "Ma davvero è così difficile capire (anche a sinistra) che ha senso Zelensky a Sanremo proprio perché non è un contesto informativo? E che da sempre il Festival è anche un luogo dove si veicolano messaggi e temi importanti?".

Nei giorni scorsi è anche stata lanciata una petizione firmata da intellettuali contro la presenza di Zelensky a Sanremo: i firmatari protestano contro la spettacolarizzazione e militarizzazione del Festival. "La musica non deve avere nulla a che fare con la propaganda bellica", scrivono. Tra i firmatari ci sono professori universitari e giuristi (Ugo Mattei, Franco Cardini, Paolo Cappellini, Geminello Preterossi, Anna Cavalieri, Carlo Magnani, Pasquale De Sena, Giovanni Messina, Alessandro Somma, Alessandra Camaiani); economisti (Joseph Halevi, Thomas Fazi, Gabriele Guzzi); l'ex direttore di Rai2 Carlo Freccero e l'ex parlamentare Alessandro Di Battista.

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