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Censis, troppi studenti esclusi da didattica a distanza: per 61% dei presidi la scuola non è pronta

Lo afferma uno rapporto di Agi-Censis, che mette a disposizione diversi dati sulla scuola alle prese con l’emergenza coronavirus. Emerge che solo l’11,2% delle scuole è riuscita a coinvolgere tutti gli studenti nelle attività didattiche a distanza. E per la maggior parte dei dirigenti scolastici la scuola non era pronta ad affrontare la sfida delle lezioni online.
A cura di Annalisa Girardi
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Nei mesi scorsi si è parlato molto dei limiti e delle difficoltà della didattica a distanza. Sono molte le voci critiche che continuano a spingere per far tornare al più presto gli studenti nelle aule, sottolineando come non sempre le lezioni online hanno funzionato. Ora, un rapporto redatto da Agi-Censis, intitolato "Italia sotto sforzo. Diario della transizione 2020", mette a disposizione diversi dati sulla scuola alle prese con l'emergenza coronavirus. Spesso emerge un quadro che desta preoccupazione: infatti risulta che solo l'11,2% delle scuole è riuscita a coinvolgere tutti gli studenti nelle attività didattiche a distanza.

"A livello nazionale, il 39,9% dei dirigenti segnala, a fine aprile, una “dispersione” nella didattica a distanza superiore al 5% degli studenti delle proprie scuole, suddivisi tra il 21,9% con una quota di studenti non raggiunti compresa tra il 5,1% e il 10% e il 18% che ha purtroppo lasciato finora sul campo più del 10% degli studenti", si legge nel report. Le maggiori difficoltà si sono registrate nel Mezzogiorno: "È nelle aree del Sud del Paese che si rileva un peso superiore alla media di istituti con elevati tassi di studenti che, finora, non si è riusciti a coinvolgere nella didattica a distanza, in quanto è il 22,9% dei rispondenti a segnalare che, nelle scuole da loro dirette, non è stato raggiunto dall'offerta didattica più del 10% del totale degli studenti", precisa il report.

Inoltre, la maggior parte delle problematiche sono state riscontrate per quanto riguarda le scuole del primo ciclo: infatti nel 19,4% dei casi le attività online non sono riuscite a raggiungere più del 10% dei propri studenti. In generale, ci sono diversi motivi che concorrono all'esclusione degli studenti: la scarsa familiarità con le tecnologie dell'informazione e della comunicazione (sia da parte delle famiglie che dei docenti), la mancanza di dispositivi elettronici, ma anche i ritardi e problemi sorti nell'attivazione della didattica a distanza. Nella maggior parte delle scuole, il 54,4%, infatti ci sono ancora molti docenti non coinvolti nelle lezioni online. Il 61% dei dirigenti scolastici ammette che, quando è scoppiata la pandemia che ha causato la chiusura delle scuole, gli istituti sono stati colti impreparati. Il 75% è inoltre convinto che in questi mesi, a causa delle diverse disponibilità di strumenti informatici e delle differente capacità dei familiari nell'assistere gli alunni, specialmente i più piccoli, si sia ampliato il gap di apprendimento tra gli studenti.

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