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Covid 19

Castiglione è la Vo’ d’Abruzzo, sindaco: “Qui tamponi a tappeto, ma la zona rossa è arrivata tardi”

In un colloquio con Fanpage.it il sindaco di Castiglione Messer Raimondo Vincenzo d’Ercole, risultato a sua volta positivo al virus, ha denunciato la situazione nel suo Comune, considerato la Vo’ Euganeo d’Abruzzo, vista l’alta concentrazione di casi di Covid-19, ben 74 su 2180 abitanti, e 14 decessi.
A cura di Annalisa Cangemi
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Castiglione Messer Raimondo, in provincia di Teramo, è la Vo' Euganeo d'Abruzzo: con una concentrazione di 74 positivi coronavirus su 2180 abitanti, e 14 decessi dall'inizio dell'emergenza, la situazione è anche più grave di quella del piccolo comune veneto, uno dei primi focolai dell'infezione. Qui la percentuale dei contagiati sul numero degli abitanti è più alta. In un colloquio con Fanpage.it il sindaco Vincenzo D'Ercole, anche lui risultato positivo al test del coronavirus, ha raccontato come è la situazione nel paesino della Valle del Fino.

Al primo cittadino, fin ora rimasto asintomatico, è stato fatto il tampone il 19 marzo scorso, dopo che si era scoperto che il padre aveva avuto contatti con due pazienti Covid-19. Ora è in attesa del primo test di verifica: se risulterà negativo anche al secondo test di controllo potrà finalmente tornare nel suo ufficio in Comune, subito dopo Pasqua. Lì i dipendenti sono tutti in smart working, in Comune lavorano fisicamente i consiglieri comunali, che stanno tra l'altro raccogliendo le domande per i buoni pasto. "Come percentuali qui siamo più alti di Vo' Euganeo. Non sappiamo ancora perché sia successo. Abbiamo avuto due focolai: uno nella parte bassa del comune, dove ci sono molte aziende e molti operai che girano, e vengono anche da regioni del Nord, e un altro nel centro storico della città, dove sono morti molti anziani".

Il sindaco di Castiglione Messer Raimondo fin da subito si è reso conto che lì i numeri erano anomali. Per questo il Comune, insieme ad altri cinque comuni della Valle Del Fino, e cioè Arsita, Bisenti, Montefino, Castilenti ed Elice (provincia di Pescara), aveva chiesto alla Regione l'attivazione di una zona rossa, con un contenimento massimo, già il 12 marzo.

La richiesta è stata accolta dalla Regione Abruzzo solo giorni dopo, il 17 marzo. "Già nei primi giorni del mese scorso, il 9 marzo, in un comune così piccolo, avevamo registrato 5 o 6 casi positivi. Poi c'è stata un'escalation. Avremmo dovuto chiudere prima. Già tutto il territorio nazionale l'11 marzo era stato dichiarato zona rossa, noi chiedevamo una zona rossa ulteriore. Per giorni abbiamo avanzato questa richiesta, non siamo stati ascoltati. Noi sindaci non potevamo fare un'ordinanza, in quanto l'emergenza sanitaria era nazionale. Al massimo poteva agire la Regione, come ha fatto successivamente, e poi il provvedimento non è stato impugnato dal governo, per cui questa è rimasta zona rossa. All'inizio era delimitata alla sola provincia di Teramo, poi è stata aggiunta una parte della provincia di Pescara che è confinante con il mio Comune. Adesso può uscire da Castiglione solo il personale sanitario, e si può entrare solo per scaricare farmaci o beni di prima necessità. Ad oggi siamo la zona più colpita, non abbiamo avuto altre problematiche in Abruzzo, tranne un'altra zona rossa, creata in una frazione del Comune di Ortona".

Nemmeno qui ci sono mascherine e dispositivi di protezione per tutti. Il Comune ha comprato e distribuito un migliaio di mascherine chirurgiche, due per ogni nucleo familiare. "Sono arrivate anche diverse donazioni, da parte di ditte. Anche un deputato dei 5 Stelle, Antonio Zennaro, ci ha regalato 500 mascherine", ha raccontato il sindaco.

D'Ercole avrebbe voluto seguire il modello Vo', e cioè avrebbe voluto che venissero effettuati tamponi a tappeto, su tutta la popolazione. Ma prima di muoversi ha dovuto portare avanti un braccio di ferro con la Asl. "Questa è stata un'altra battaglia – ci ha detto – la Asl diceva che non era sostenibile fare i tamponi a tutti, e che avremmo dovuto farli solo a chi aveva avuto contatti con casi positivi. Alla fine siamo riusciti a ottenere di fare il test a tutti i sintomatici e a tutti coloro che lavorano in attività aperte al pubblico, come supermercati e farmacie. In tutta la vallata, dove vivono 7000 persone, ne sono stati fatti circa 600".

Con le belle giornate e il clima favorevole Vincenzo d'Ercole è preoccupato che i cittadini, stanchi dopo un mese di misure restrittive, possano violare le norme e uscire di casa: "Sono preoccupato perché i buoni risultati a livello nazionale purtroppo potrebbero indurre ad abbassare la guardia, facendoci dimenticare che sono il frutto delle misure prese nelle scorse settimane. I nuovi casi positivi che abbiamo avuto in questi ultimi giorni sono persone che erano già in casa, in isolamento, perché sintomatici o perché avevano avuto contatti con pazienti Covid. Qui però pesano i morti, non siamo in una grande città come Milano. 14 decessi non sono numeri purtroppo, qui ci conosciamo tutti. Questo ha fatto capire a tutti la fragilità del momento".

Vista la concentrazione di casi qui la fase 2 potrebbe non partire subito. A livello nazionale si parla del 4 maggio, per poter pianificare a poco a poco un ritorno alla normalità: "Ci sono dei leggeri miglioramenti qui, da circa 8 giorni non abbiamo avuto più defunti. Ma bisogna procedere con estrema cautela, non vorrei illudermi. Tutto dipenderà dai dati che le Asl di Teramo e di Pescara comunicheranno alla Regione Abruzzo".

Il Comune, in occasione della Pasqua ha deciso di donare 250 uova di cioccolato ai bambini, da 0 a 13 anni: "Abbiamo finito proprio stamattina di distribuirle. Abbiamo voluto ringraziare tutti i ragazzi per la collaborazione dimostrata in questo mese, hanno tutti rispettato le regole, sopportando questo disagio".

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