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Cassa integrazione fino a dicembre: l’annuncio della ministra Catalfo

“Al ministero del Lavoro stiamo elaborando la stima dei costi per il rifinanziamento della cassa integrazione, che è mia intenzione allungare fino alla fine dell’anno”: con queste parole la ministra Nunzia Catalfo annuncia di essere al lavoro per il prolungamento della cassa integrazione, messa in campo dal governo con il Cura Italia e poi prorogata ulteriormente con il decreto Rilancio, fino alla fine del 2020. Ma vediamo a che punto è l’Inps con i pagamenti.
A cura di Annalisa Girardi
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La ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo, si prepara ad allungare la cassa integrazione fino a dicembre. L'ammortizzatore sociale è stato messo in campo dal governo con il decreto Cura Italia a causa dell'emergenza coronavirus, per cui moltissime attività produttive hanno dovuto chiudere i battenti, lasciando a casa i propri lavoratori. Con il decreto Rilancio il periodo di cassa integrazione inizialmente previsto è stato inoltre aumentato di nove settimane. Negli ultimi giorni si sono intensificate le polemiche per quanto riguarda i ritardi nei pagamenti, ma la ministra Cinque Stelle è al lavoro per prolungare il provvedimento fino a fine anno. "Al ministero del Lavoro stiamo elaborando la stima dei costi per il rifinanziamento della cassa integrazione, che è mia intenzione allungare fino alla fine dell'anno", commenta in un'intervista con La Stampa.

L'obiettivo è quello di tutelare sia imprese che lavoratori, che ancora per diverso tempo dovranno fare i conti con la crisi economica innescata dalla pandemia. La ministra pensa quindi a un allungamento della cassa integrazione che presti particolare attenzione ai settori più colpiti. Ma da dove arriveranno i soldi per finanziare il provvedimento? Catalfo intende utilizzare i 20 miliardi messi a disposizione dall'Unione europea con il piano Sure, creato proprio per combattere la disoccupazione in questo difficile periodo. Con l'allungamento della cassa integrazione infatti, continua Catalfo, verrà prolungato anche il blocco dei licenziamenti. Parlando delle imprese la ministra aggiunge: "Il nostro obiettivo è evitare che siano costrette a licenziare per sopravvivere. Per questo, oltre alla cassa integrazione, in questi mesi le abbiamo sostenute con strumenti come i finanziamenti a fondo perduto e il taglio dell'Irap, solo per citarne alcuni".

I dati dell'Inps sulla cassa integrazione

Sono passati circa due mesi e mezzo da quando è stato approvato il decreto Cura Italia, ma molti lavoratori sono ancora in attesa dei soldi. In Senato la ministra ha spiegato che al momento, con i diversi strumenti di sostegno approvati dal governo, sono stati inoltrati pagamenti a circa 6,9 milioni di lavoratori. Per quanto riguarda la cassa integrazione, la ministra ha sottolineato che si tratta del 92% del totale di tutti coloro che hanno inviato all'Inps i dati necessari per il pagamento. L'Istituto nazionale di previdenza sociale comunica che, nel complesso, i beneficiari potenziali delle diverse tipologie di cassa integrazione sono, al 4 giugno 2020, 8.410.149. "Si tratta tuttavia non di domande effettive di fruizione di cassa integrazione ma di prenotazioni di risorse. Si tradurranno in effettive domande solo con invio del modello SR41 (se a pagamento diretto) o con denuncia in  Uniemens (se a conguaglio) nel mese successivo a quello di sospensione, con il quale le aziende comunicano le effettive sospensioni e  iban dei lavoratori (in caso di pagamento diretto)", aggiunge l'Inps.

Ad oggi l'Istituto conferma di aver ricevuto 1.316.176 SR41 e di aver già inoltrato il pagamento per 1.165.625 di modelli: si tratta quindi di 3.249.249 lavoratori che hanno ricevuto l'assegno. Inoltre, aggiunge l'Inps, per quanto riguarda i beneficiari potenziali 4.331.098 sono già stati anticipati dalle aziende con conguaglio dell'Inps.

Le procedure semplificate per la Cig in deroga

I ritardi riguardano specialmente le domande di cassa integrazione in deroga, la cui procedura richiede un passaggio anche con le Regioni. Per questa ragione l'Inps ha deciso di semplificare le procedure in modo da ridurre i tempi che passano dalla presentazione dell'istanza fino all'erogazione dei pagamenti. "Nel decreto Rilancio è stato eliminato il coinvolgimento delle Regioni nella fase di presentazione della domanda di integrazione salariale in deroga. Il datore di lavoro che si avvale del pagamento diretto da parte dell’Inps inoltra direttamente all’istituto la domanda di concessione del beneficio entro il quindicesimo giorno dall’inizio del periodo di sospensione o riduzione dell'attività lavorativa, unitamente ai dati essenziali per il calcolo e l’erogazione di una anticipazione della prestazione ai lavoratori", ha spiegato la ministra Catalfo a palazzo Madama.

Entro 15 giorni dall'arrivo della domanda, l'Inps dovrebbe quindi autorizzare le richieste ed erogare un anticipo pari al 40%. In questo modo ai lavoratori viene garantita liquidità in tempi brevi. Entro il mese successivo, poi, il datore di lavoro dovrà inoltrare tutti i dati necessari e solo allora verrà saldato l'importo completo. Al momento l'arretrato di pagamenti riguarda 600 mila lavoratori e per la cassa integrazione in deroga si parla di circa 180 mila. Questi, ha assicurato la ministra del Lavoro, saranno saldati entro un massimo di dieci giorni.

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