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Caso Schiff, la versione dell’avvocato dei piloti dell’Aeronautica denunciati dopo le violenze

L’avvocato Scafetta, difensore di cinque degli otto piloti dell’Aeronautica Militare denunciati dall’ex allieva pilota Giulia Schiff, ha voluto sottolineare alcuni punti dell’intricata vicenda processuale, di cui abbiamo dato conto nell’articolo ‘Espulsa dall’Aeronautica dopo le violenze, Giulia Schiff: “Alle donne consiglio di denunciare”’, pubblicato il 14 maggio.
A cura di Redazione
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L’avvocato Michela Scafetta, difensore di cinque degli otto piloti dell’Aeronautica Militare denunciati da Giulia Schiff, ha risposto all'allieva dell’Aeronautica espulsa nel 2018 per "inattitudine militare", dopo aver denunciato le percosse ricevute durante un rito goliardico, che tradizionalmente avviene dopo il battesimo del volo. Il legale ha voluto sottolineare alcuni punti dell'intricata vicenda processuale, di cui abbiamo dato conto nell'articolo ‘Espulsa dall’Aeronautica dopo le violenze, Giulia Schiff: "Alle donne consiglio di denunciare”', pubblicato il 14 maggio.

Nel presentare la sua versione dei fatti l'avvocato riporta alcuni passaggi del pronunciamento dei giudici del TAR del Lazio, che diede torto a Giulia, negandole allora la riammissione nell'Arma Azzurra. A giugno 2019 però il Consiglio di Stato dispose un reintegro temporaneo, in via cautelare, per permettere all'allieva pilota 22enne di completare la sua attività addestrativa. Domani è attesa l'udienza a  Palazzo Spada, che deciderà sulla sospensione degli effetti della sentenza del Tar del Lazio, deliberando sul rientro di Giulia o sull'eventuale esclusione dall'Aeronautica.

Riportiamo la replica dell'avvocato Scafetta:

Il “calvario” di Giulia Schiff di cui si parla nell’articolo o più precisamente i suoi problemi disciplinari e di idoneità professionale, non hanno inizio dopo il rito del battesimo del volo ma ben prima e sono frutto, come già scritto altre volte, di un percorso valutativo durato mesi. Dalla documentazione matricolare di Giulia Schiff, agli atti e riservata, emerge un contesto disciplinare
problematico già a partire dall’inizio del 2018 dunque ben prima del battesimo del volo. Le sanzioni disciplinari – 60 giorni di consegna più alcune lettere di richiamo – non sono la prima causa di espulsione di Giulia Schiff, in quanto la Commissione Permanente di Attitudine militare e professionale (C.P.A.), così come scrivono i giudici del TAR del Lazio, “formalizzava l’espulsione della Schiff per l’insufficienza in tre delle quattro aree di valutazione in attitudine militare e professionale, mentre, malgrado le sanzioni disciplinari irrogate, la stessa veniva valutata positivamente nel criterio relativo all’attitudine ad affrontare la vita militare, area valutativa in cui vengono considerate le sanzioni irrogate”.

Si legge ancora nel pronunciamento dei giudici del TAR del Lazio: “la motivazione del provvedimento espulsivo attiene, non già agli aspetti disciplinari dell’allievo, tenuto conto che per tale aspetto la stessa è stata valutata sufficiente, mentre il provvedimento espulsivo si riferisce in modo esclusivo alla non attitudine militare e professionale”.
Giulia Schiff non è stata espulsa senza preavviso, come scritto nell’articolo. Esso è stato correttamente notificato alla Schiff per le eventuali repliche difensive. Nella sentenza del TAR si legge: “in data 13 settembre 2018, la C.P.A. formalizzava la proposta di espulsione dall’Istituto […] In data 11 ottobre 2018, il relativo carteggio è stato trasmesso al Comando Scuole/3°R.A. per il previsto parere. Contestualmente l’amministrazione ha preavvisato la ricorrente, per le eventuali repliche difensive, dell’avvio del procedimento di espulsione dal corso di formazione”.
Sulle perplessità sollevate dal fatto che sarebbe stata una persona ad averle assegnato voti bassi, la stessa che ha negato le violenze al superiore gerarchico, è opportuno evidenziare quanto scrivono i giudici del TAR nella sentenza: “i giudizi afferenti allo scrutinio in attitudine militare e professionalità, sono stati espressi, concordemente, da tutta la C.P.A., composta da tre ufficiali
superiori dell’A.M., in cui il peso del singolo componente nel giudizio si confonde con la decisione dell’organo collegiale”. Sempre i giudici aggiungono: “non risulta provato che gli asseriti episodi vessatori, consistenti nelle numerosissime sanzioni disciplinari irrogate alla ricorrente siano il frutto di una personale inimicizia con il superiore e ciò proprio per il fatto che nessun organo terzo
ha mai valutato l’oggettiva illegittimità delle stesse. Anzi, proprio la mancata reazione da parte della ricorrente per tutte le sanzioni irrogate, consente di dedurre la sostanziale legittimità dei rilievi disciplinari”.
Sul fatto che non sia stata la Schiff a presentare per prima la denuncia formale, è necessario fare chiarezza in quanto l’informazione contenuto nell’articolo non è esatta. Il 1 ottobre 2018 il comandante dell’Istituto di Scienze Aeronautiche riceve dal padre di Giulia Schiff una comunicazione formale relativa a quanto accaduto durante il rito del battesimo del volo della figlia. A seguito di ciò il comandante invia il 5 ottobre 2018, in quanto atto dovuto, una mera segnalazione alla Procura Militare che la protocolla il 9 ottobre 2018. La Procura Militare apre il procedimento penale solo dopo la formalizzazione della denuncia da parte di Giulia Schiff che avviene il 25 ottobre 2018. Dunque è la Schiff la prima a sporgere denuncia. Il collegamento tra le lesioni subite dalla ricorrente, l’inerzia dei superiori nel sanzionare tale episodio ed il negativo giudizio espresso dalla C.P.A. nei confronti di Giulia Schiff per non attitudine militare e professionale “costituisce, come detto, una mera affermazione apodittica della difesa ricorrente, non supportata da alcun concreto elemento probatorio, ma ricavata in via di supposizione attraverso un ragionamento, certamente suggestivo, ma non sufficiente a dimostrare la sussistenza del nesso causale tra gli avvenimenti sopra riportati”.

I giudici amministrativi rilevano, inoltre, che alcune contestazioni mosse dalla Schiff in merito alla sua vicenda assumono
carattere residuale in quanto avanzate “dopo circa sei mesi dal fatto”.

Avvocato Michela Scafetta, difensore di cinque degli otto piloti dell’Aeronautica Militare denunciati da Giulia Schiff

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