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Caso Gregoretti, Salvini è “pronto ad andare in prigione” per arrivare alla libertà

Matteo Salvini ha detto che è pronto ad andare in prigione per il caso Gregoretti. “Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto”: così l’ex ministro dell’Interno è tornato sul caso, prima del voto della giunta per le immunità parlamentari. Ieri il leader della Lega aveva chiesto ai parlamentari di votare l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti, affermando che milioni di italiani sarebbero stati in tribunale con lui.
A cura di Annalisa Girardi
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"Guareschi diceva che ci sono momenti in cui per arrivare alla libertà bisogna passare dalla prigione. Siamo pronti, sono pronto": così Matteo Salvini, a margine di un comizio della Lega a Comacchio per la campagna elettorale in Emilia Romagna, è intervenuto sul caso Gregoretti, su cui oggi pomeriggio la Giunta per le immunità parlamentari del Senato voterà o meno l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex ministro dell' Interno.

Anche ieri il leader della Lega aveva annunciato che chiederà ai parlamentari leghisti di votare a favore dell'autorizzazione a procedere nei suoi confronti in merito alle accuse per sequestro di persona. "Ci ho ragionato ieri e stanotte e sono arrivato a una decisione, che ormai è diventata una barzelletta che va avanti da anni, e ho deciso che domani chiederò a chi deve votare, quindi anche ai senatori della Lega, di farmi un favore. Votate per mandarmi a processo e la chiariamo una volta per tutte. Portami in Tribunale e sarà un processo contro il popolo italiano, e ci portino tutti in Tribunale", aveva detto Salvini durante una diretta Facebook.

Salvini: "Si decida se difendere i confini dell'Italia è un crimine"

L'ex ministro aveva quindi attaccato la magistratura: "Si stabilisca una volta per tutte se il giudice deve fare il giudice o il ministro. Se vuoi fare il ministro molli la toga e vai a fare il ministro, altrimenti non rompi le scatole a chi lavora: sono stufo, e processo, processo, processo. Ma andate, cari giudici di sinistra, a beccare spacciatori e delinquenti e non rompete le scatole alla gente che lavora". Quindi Salvini aveva affermato di essere pronto ad andare a processo, in modo da decidere "una volta per tutte se difendere i confini dell'Italia, la sicurezza e l'onore dell'Italia è un crimine oppure un dovere di un buon ministro". Ancora una volta, in conclusione, Salvini aveva richiamato l'idea di un tribunale abbastanza grande da contenere i milioni di italiani che sarebbero andati a processo a suo fianco.

Intanto, i capigruppi delle forze di maggioranza hanno deciso che si incontreranno oggi in Senato prima del voto. Alle 15.30, quindi, a palazzo Madama, si riuniranno i capigruppo di Partito democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e del Movimento Cinque Stelle, per decidere la linea che intendono tenere nel voto. Non è quindi chiaro se la maggioranza intende disertare la riunione o prendere una posizione rispetto alla relazione di Maurizio Gasparri sul caso Gregoretti.

Zingaretti: "Salvini costruisce un tam tam politic su una vicenda giudiziaria"

Nel frattempo anche Nicola Zingaretti, è intervenuto sul dibattito, tracciando un parallelismo con i casi Diciotti e Russiagate: secondo il segretario dem, Salvini starebbe "costruendo un tam tam politico, perché pretende l'impunità, intorno a una vicenda che dovrebbe essere giudiziaria". Intervistato dai microfoni di No Stop News, in onda su Rtl 102.5, Zingaretti ha aggiunto: "Stiamo vedendo il solito film: Salvini è garantista per sé stesso e giustizialista quando si tratta degli altri".

Il leader del Pd ha quindi concluso affermando: "Qui non si tratta di fare pace, io credo che la presidente Casellati abbia compiuto uno sbaglio, perché invece di garantire la terzietà di fronte a un contenzioso regolamentare, si è schierata a favore della sua parte politica. Questo rimane un vulnus, non è un problema di simpatie o antipatie ma di una funzione istituzionale che è stata rispettata".

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