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Caso Durigon, Salvini: “Non ci interessa ritorno al fascismo, nessuna nostalgia per i regimi”

Il leader della Lega, Matteo Salvini, torna a parlare del caso Durigon, pur non prendendo posizione contro il sottosegretario all’Economia e suo collega di partito: “La libertà è un bene indisponibile, quindi nessuna nostalgia per nessun regime, né il fascismo né il comunismo. Non ci interessa il ritorno al passato”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il leader della Lega, Matteo Salvini, non prende posizione contro il sottosegretario all’Economia, Claudio Durigon, dopo le sue dichiarazioni sulla volontà di dedicare un parco di Latina al fratello di Benito Mussolini. Salvini viene interpellato sul caso del suo collega di partito a Radio 24: “Fascismo e comunismo sono stati sconfitti dalla storia fortunatamente, siamo in democrazia e continueremo a viverci. La libertà è un bene indisponibile, quindi nessuna nostalgia per nessun regime, né il fascismo né il comunismo”. Di fatto Salvini gira intorno al tema che ha suscitato la polemica, evitando una risposta diretta. Anche se poi si concentra sul caso specifico, difendendo comunque Durigon.

Il leader della Lega sottolinea che “quel parco a Latina è stato per decenni intitolato al fratello di Mussolini, quindi non è nulla di nuovo ma non ci interessa il ritorno al passato. Siamo nel 2021, diritti e libertà non si toccano”. Durigon aveva proposto di cambiare il nome al parco intitolandolo ad Arnaldo Mussolini, mentre attualmente è dedicato a Falcone e Borsellino. Salvini aggiunge: “Fascismo e comunismo possono interessare gli storici, ma non fanno parte né del presente né del futuro di questo Paese”.

Sul caso Durigon oggi è tornato anche il presidente emerito dell’Anpi, Carlo Smuraglia: “Su questi fatti tutti nel governo dovrebbero pronunciarsi, anche per evitare che si vada avanti su un simile terreno. Salvini prenda le distanze: sarebbe giusto, sarebbe un segnale. Un governo democratico non può permettersi revanscismi né derive fasciste”. Secondo Smuraglia “in qualche modo” la Lega strizza l’occhio ai fascisti: “Forse non in modo plateale, ma di fatto non prende posizione”. Sulle pagine di Repubblica, il presidente emerito dell’Anpi avverte: “Non bisogna consentire alcuna apertura al passato e ai cattivi ritorni”. Secondo lui se Durigon “avesse una dignità dovrebbe dimettersi davanti alle tante proteste, a cominciare da quella dell'Anpi”.

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