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Il segretario generale dell’UGL Capone è stato rinviato a giudizio per il caso delle tessere gonfiate

Il segretario generale della UGL, Paolo Francesco Capone, è stato rinviato a giudizio con l’accusa di falso ideologico in atto pubblico per il caso delle tesseramenti al sindacato gonfiati.
A cura di Annalisa Girardi
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Il segretario dell'UGL, Paolo Francesco Capone, è stato rinviato a giudizio per il caso delle tessere gonfiate al sindacato: è accusato di aver falsificato il numero degli iscritti nel periodo in cui al ministero dell'Interno – a cui spetta il compito di certificare i numeri – c'era (allora come oggi) il leghista Claudio Durigon. C'è un decreto di citazione diretta a giudizio notificato a Capone con l'accusa di falso ideologico in atto pubblico, per aver dichiarato in qualità di segretario generale del sindacato un numero di iscritti non veritiero.

Per la procura il ministero del Lavoro è parte offesa e dovrà decidere se costituirsi o meno come parte civile. Il sottosegretario Durigon, prima di approdare al ministero, era uno dei vertici del sindacato, secondo soltanto a Capone. Nel 2021 era finito anche al centro di un'inchiesta di Fanpage.it, che indagando i rapporti tra il sindacato e la Lega, aveva evidenziato come i numeri risultassero gonfiati e gli iscritti fossero in realtà oltre venti volte di meno rispetto a quanto dichiarato dal sindacato.

Un centinaio di lavoratori aderenti all'UGL già alcuni anni fa aveva presentato denuncia contro il sindacato per truffa ai danni dello Stato e dal 2020 la procura di Roma indaga sulla vicenda: il numero reale di iscritti, secondo alcuni lavoratori, starebbe stato tra i 65 e i 70 mila, ma alla fine del 2019 l'UGL ne dichiarava oltre 1 milione e 800 mila. Precisamente 1.829.451.

Gli episodi dell’inchiesta

Come scrivevamo nel 2021, il numero degli iscritti non è un dettaglio da poco conto. Proprio grazie a quei numeri – considerati come indice di un'estesa rappresentatività – al sindacato è stato permesso di partecipare a tavoli istituzionali e ricoprire posizioni importanti in organismi pubblici. Tutte delle possibilità che non avrebbe potuto avere con nemmeno 100 mila iscritti.

Già quest'estate era arrivata la notizia delle indagini a carico di Capone, che ora è stato rinviato a giudizio. Nelle carte c'è solo il suo nome, mentre quello del sottosegretario Durigon non figura. Ma il suo ruolo, all'interno della vicenda, potrebbe comunque essere rilevante ai chiarimenti: dopo essere stato vice segretario in UGL, la prima esperienza di governo, da sottosegretario al Lavoro appunto, è cominciata proprio nel 2018 quando Capone avrebbe iniziato a riferire al ministero numeri falsi sui tesseramenti.

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